FROSINONE – Florenzani (Codici) dopo la sentenza del Tar su Acea
“Da mesi attendevamo il pronunciamento del Tar sulla questione della risoluzione del contratto di gestione del servizio idrico con Acea – dichiarano il Segretario Provinciale di Codici Avv. Giammarco Florenzani (foto) e il Responsabile Provinciale Settore Idrico Avv. Angelo Terrinoni – e la decisione presa dal tribunale amministrativo, che ha (parzialmente) accolto il ricorso della multiutility romana annullando di fatto la votazione dei sindaci sulla risoluzione, purtroppo non ci ha sorpresi. Sul tema si è detto e scritto tanto e per spiegare al meglio la storia non basterebbe un documentario a puntate. Codici – sottolineano i due esponenti – non si unirà al coro di chi da una parte, comunque strumentalizzando la vicenda, esulta per la bocciatura operata dai giudici amministrativi della linea politica della risoluzione, o dall’altra si straccia le vesti, identificando nel gestore privato il male assoluto e l’unico responsabile del pessimo stato del servizio idrico integrato in provincia di Frosinone. Acea Ato 5 – sostengono Florenzani e Terrinoni – non rappresenta certamente l’esempio di un buon gestore, ma la sentenza del Tar pubblicata in questi giorni inchioda definitivamente alle proprie responsabilità la politica locale che ha gestito un bene pubblico di primaria importanza come l’acqua seguendo interessi particolari ed elettorali. Gli incauti proclami secondo cui Acea era stata cacciata hanno prodotto danni inenarrabili. Da un lato si è lasciato campo aperto a chi consigliava di non pagare più o addirittura di bruciare le bollette Acea determinando il danno rappresentato da un esercito di nuovi morosi, oltre alla beffa dell’aumento delle tariffe per il 2018 per coprire proprio il minor gettito causato dalla elevata morosità. Dall’altro lato si è arrivati ad una fase di stallo nei rapporti tra assemblea dei sindaci amministrazioni comunali e gestore, con assenza totale di dialogo proprio nel bel mezzo della più grave crisi idrica che si sia abbattuta sulla nostra provincia. E come sempre a pagarne le conseguenze sono stati gli utenti. È il tempo del silenzio perpetuo per chi ha fatto danno, facciano altro. Non si può non far pagare l’acqua ad alcune categorie di utenti fingendo di non sapere che quell’acqua non pagata la pagheremo tutti in tariffa. Non si può incitare a non pagare l’acqua inviando reclami ciclostilati, tutti uguali e senza le previa analisi delle fatture e dei consumi. Gli utenti Ciociari meritano di meglio. Fuori tutti questi mercanti dal tempio. Facciano silenzio ora. E verrà il tempo in cui tutto il denaro pubblico sperperato e tutto il denaro messo in tariffa per loro colpe amministrative verrà loro richiesto nelle giuste sedi. Ora che possiamo fare per questo territorio e per ottenere un servizio decente ad un prezzo possibile? Occorre far impegnare utenti e Gestore in un’opera di regolarizzazione delle posizioni ed occorre pungolare Acea sulle tante carenze che ha, come ha fatto Codici in questi anni inviando centinaia di segnalazioni all’autorità garante nazionale e all’antitrust. A questo punto – conclude l’associazione – possiamo puntare a pagare l’acqua come viene pagata a Roma e ad avere una situazione normale dove un Gestore che sbaglia viene sanzionato e punito”.