REGIONE – Stati Generali degli Appennini, Bianchi e Zingaretti alla terza edizione

Abbiamo una bellezza da difendere, riscoprire e valorizzare. Quella dei borghi, dei cammini, delle montagne e delle piccole comunità del Lazio. Per farlo continuiamo ad ascoltare e raccogliere le proposte di Slow Food, dei Comuni dell’Appennino e delle cooperative di giovani che in questi giorni si sono riuniti nei Comuni di Segni, Priverno, Cori e Carpineto Romano per gli Stati Generali sugli Appennini. Un’iniziativa che ha visto anche la firma da parte dei sindaci di un protocollo per il rilancio dei Monti Lepini. Così Daniela Bianchi, Consigliera regionale del Lazio del gruppo “Insieme per il Lazio” che nei giorni scorsi assieme al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti a Carpineto Romano ha partecipato alla giornata conclusiva della terza edizione degli Stati Generali degli Appennini voluta da Slow Food Italia e dedicata alle aree interne del Paese.

E’ stato un incontro importante perché anche grazie alle idee e progetti nati da iniziative come gli “Stati Generali dell’Appennino” in questi anni nel Lazio siamo riusciti ad avere una legge sui cammini, una legge che istituisce i biodistretti, un piano turistico regionale che mette al centro degli interventi proprio i borghi e un Piano di Sviluppo rurale che sostiene concretamente chi vuole fare dell’agricoltura anche accoglienza e turismo. Il cammino è ancora lungo e dovremmo aumentare gli sforzi nel sostenere queste Comunità, ma se ci guardiamo indietro possiamo dire di aver fatto molta strada. Nel 2014 dalla Certosa di Trisulti lanciammo un’idea semplice e che è diventata patrimonio di tutti: il paesaggio come chiave di sviluppo. Perché il paesaggio italiano (e dell’appennino) è la nostra più grande ricchezza fatta di cibo, tradizioni, storie e aree naturali.

Il lavoro che ci aspetta, come annunciato dallo stesso Zingaretti, partirà da una novità decisiva: un Assessorato Regionale dedicato ai piccoli Comuni e alla Aree interne a cui saranno legate risorse certe e una rete di uffici e tecnici decentrati che possano dare un nuovo impulso a quella che io chiamo l’economia della bellezza.

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