REGIONE – Caccia, Spilabotte spezza una lancia: Da condannare solo il bracconaggio
I cacciatori sono di fatto i primi ad essere attenti alla conservazione di habitat naturale e biodiversità faunistica. Non possono essere considerati alla stregua dei bracconieri.
Per contrastare il bracconaggio bisogna regolamentare meglio l’attività venatoria. Negli ultimi cinque anni, mi sono occupata diverse volte dell’argomento, raccogliendo e attenzionando le richieste delle Associazioni venatorie. Ne è un chiaro esempio il disegno di legge, di cui sono stata seconda firmataria, riguardante proprio le misure per contrastare il fenomeno dell’emergenza sovrappopolazione dei cinghiali.
È’ per questa ragione che sposando a pieno i contenuti del manifesto siglato dalle Associazioni venatorie italiane per la tutela di ambiente, agricoltura, paesaggio, ritengo necessario dare un forte imprinting ad un modo diverso di incentivare l’economia “verde”, per contrastare con incisivita’ abusivismo, speculazione edilizia, inquinamento, dissesto idrogeologico, che rappresentano i veri nemici della natura, degli animali, della flora, della straordinaria biodiversità di specie selvatiche conservate grazie agli agricoltori e ad una responsabile gestione della caccia. Non dobbiamo dimenticare che i cacciatori sono i primi guardiani dell’ambiente. Sono loro a monitorare per primi le specie faunistiche e la preservazione ambientale. Troppo spesso si cade nell ‘errore di criminalizzarli ponendoli alla stregua dei bracconieri. Questo è populismo. Se la legge consente l’attività venatoria, regolandone lo svolgimento, allora coloro che la praticano rimanendo all’interno della regolamentazione non possono stigmatizzati, distorcendo una realtà che, invece, li vede essere sentinelle sempre all’erta nella lotta alla piaga del bracconaggio”.
Maria Spilabotte – Senatrice PD