LATINA – La cultura della legalità, importante incontro ieri in Prefettura

Si è svolto ieri, presso la Prefettura di Latina un convegno sulla lotta al fenomeno corruttivo dal titolo “La cultura della legalità per un territorio libero e partecipato”.
L’evento è stato organizzato dalla Camera di Commercio di Latina per diffondere le risultanze del progetto Anti Corruption Toolkit for SMEs, a valere sul programma Internal Security Fund (Fondo Sicurezza Interna), che coinvolge l’Unioncamere, quale soggetto capofila, l’Unioncamere Europa, Eurochambres, la Camera di Commercio di Bari, la Camera di Commercio, Industria, Navigazione e Agricoltura di Constanta (Romania) e la Camera di Commercio e Industria della Serbia, con l’obiettivo di analizzare, nell’ambito dei Paesi membri dell’Unione e di quelli che intendono entrare a farne parte, il fenomeno della corruzione che colpisce in particolare le piccole e medie imprese nel loro rapporto con la Pubblica Amministrazione.
Il Prefetto di Latina Maria Rosa Trio, che ha presieduto l’incontro, ha dichiarato una sincera condivisione ed un reale apprezzamento dei contenuti e delle finalità progettuali. In particolare, il Prefetto ha sottolineato che la Legge 190 del 2012 non solo ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico nuove disposizioni dirette a rafforzare l’efficacia e l’effettività delle misure di contrasto al fenomeno corruttivo, ma ha addirittura radicalmente invertito l’approccio alla problematica. Non più meramente repressivo-penalistico ma piuttosto incentrato sull’aspetto preventivo ed idoneo, quindi, ad evitare il verificarsi di fenomeni corruttivi e ad adottare misure sistematiche atte a riportare l’esercizio dei poteri pubblici nel rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione. “Tra gli innumerevoli settori investiti dall’ agere pubblico – ha sottolineato il Prefetto – quello degli appalti pubblici si rivela, per sua stessa natura, particolarmente permeabile a deviazioni corruttive e a infiltrazioni della criminalità organizzata, soprattutto a causa delle inefficienze nei meccanismi di controllo e di gestione del rischio. Per tale motivo, l’art. 32 del decreto legge 90 del 2014 ha attribuito alle Prefetture il potere di disporre alcune misure straordinarie di gestione, sostegno e monitoraggio di imprese aggiudicatarie di appalti pubblici, la cui affidabilità risulta compromessa dal coinvolgimento in vicende di corruzione. L’intento del legislatore è duplice: da un lato, vi è quello di garantire la prosecuzione del rapporto contrattuale, salvaguardando i tempi di esecuzione delle commesse pubbliche, dall’altro vi è quello di evitare che il contraente possa conseguire illecitamente vantaggi indebiti”.
Si è, altresì, dibattuto sui valori del rispetto delle regole, della trasparenza e dell’imparzialità attraverso le testimonianze del Commissario della Camera di Commercio, Mauro Zappia, del Responsabile progetti per lo sviluppo della legalità economica di Unioncamere, Giuseppe Del Medico, del Direttore del progetto ACTS, Vito Giannella e del Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, Gianpiero Cioffredi.
Riferisce il Commissario Straordinario: “Siamo orgogliosi dell’attenzione con cui i partecipanti al convegno hanno seguito le relazioni esposte, primo segno dell’interesse per le tematiche dibattute ed analizzate nel corso della giornata. L’originalità del progetto risiede nel fatto di essere stato concepito a favore delle imprese fornendo loro la possibilità di poter acquisire un quadro conoscitivo e gli strumenti concreti utili per la comprensione del fenomeno della corruzione che colpisce soprattutto le PMI. In particolare, sono stati organizzati sia Working Group con Enti pubblici, Forze dell’ordine ed Associazioni di imprese e consumatori che a vario titolo svolgono un ruolo di rilievo per la vita e lo sviluppo del territorio, che Focus Group con rappresentanti del sistema imprenditoriale dell’area provinciale (i settori previsti dal progetto sono Agricoltura, Industria, Servizi/Energia/Ambiente) allo scopo di valutare, attraverso interviste strutturate individuali (nel caso dei W.G.) e riflessioni condivise (nel caso dei F.G.), il livello di percezione e cognizione che si ha sui fenomeni corruttivi, le modalità attraverso cui essi si sviluppano, i fattori scatenanti e le possibili conseguenze. Si è trattato di un’esperienza entusiasmante che si è tradotta in una serie di idee e proposte che si sono sviluppate partendo dall’analisi delle tre aree di rischio indagate (Autorizzazioni/Concessioni/Ispezioni; Gare d’appalto; Concessioni di aiuti finanziari e benefici economici) al fine di promuovere nuovi modelli di governance con l’obiettivo di sviluppare una sempre maggiore interrelazione tra pubblico, privato e sociale sui valori della legalità e della democrazia e poter dare al territorio, nel tempo, risposte efficaci ai bisogni attuali. Un’esperienza nuova anche per la stessa Camera di Commercio che ha avuto l’opportunità di esplorare il clima e la cultura che sottende il territorio riguardo ad argomenti di non semplice trattazione, facendosi promotrice e testimone diretta, per la prima volta, di riflessioni fortemente produttive grazie allo scambio di esperienze ed alla condivisione delle opinioni espresse da tutti i partecipanti, cui rivolgo un sincero ringraziamento. Ipertrofia burocratica, informatizzazione delle procedure, separazione tra sfera politica e sfera amministrativa, semplificazione delle norme, formazione alle imprese e diffusione della legalità soprattutto tra le nuove generazione sono solo alcuni delle riflessioni condivise in questo inaspettato e spontaneo processo partecipativo che ha unito tutti, istituzioni ed imprese, consapevoli di prendere parte ad una ricerca condotta a beneficio primario dei soggetti coinvolti oltre che per soddisfare i bisogni conoscitivi dell’indagine. Spero sinceramente, dunque, che il progetto ACTS possa rappresentare un piccolo ma significativo passo per scenari di maggiore consapevolezza collettiva, anche grazie alla sua replicabilità, intorno ad un fenomeno che inquina il tessuto produttivo con ricadute sul vivere quotidiano, sulla democrazia e sul sacrosanto diritto di ciascuno di noi di poter esercitare l’attività di impresa e le pubbliche funzioni ogni giorno da uomini liberi” .

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