SETTEFRATI – Orsi annegati al PNALM, Terra Nostra solidale con il sindaco Frattaroli
Senza dubbio è triste la vicenda dei tre orsi, mamma e due cuccioli, morti per annegamento in una vasca di raccolta delle acque mentre cercavano di abbeverarsi. Chiunque abbia un minimo di umanità e buon cuore condivide questa posizione, cacciatore e non. Tuttavia, doverose sono le scuse che andrebbero fatte dall’associazione “Salviamo l’orso ONLUS” che, con parole poco pesate e del tutto avventate, si è scagliata contro le associazioni, le cariche amministrative ed i liberi cittadini che si oppongono al PATOM. Andrebbe ricordato loro quale è il ruolo di un sindaco: tutelare il territorio che egli amministra da qualsiasi forma di minaccia che possa ledere i cittadini e i luoghi che questi vivono. È assurdo pensare che il sindaco Frattaroli non possa prendere una posizione su una questione come quella del PATOM perché vice presidente del parco. È scellerato chi pensa che possa esserci un conflitto di interesse poiché l’amministratore ha espresso la sua posizione a riguardo svolgendo il ruolo di libero cittadino e di sindaco. Si parla addirittura di mossa politica per assicurarsi i voti dei cacciatori. Forti sono stati gli appellativi rivolti ai cittadini che hanno espresso liberamente il loro pensiero: “piccolo gruppo di energumeni che si ritengono al di sopra dei vincoli previsti dalle Leggi dello Stato”. Questa è la considerazione che queste associazioni hanno di chi esprime il libero pensiero come detta la Costituzione . Questa è la prova schiacciante dell’esistenza di poteri che si impongono sui cittadini, poteri privi di etica e di morale fondati su ideologie poco razionali. È normale che l’orso, il lupo, ed in generale l’animale selvatico si aggirino nei pressi di zone abitate, di terreni coltivati? Quale dovrebbe essere la reazione del cittadino qualora si trovasse in giardino l’orso marsicano?
Si cade in errore quando si pensa che dire NO al PATOM corrisponda a contribuire all’estinzione dell’animale simbolo del nostro territorio. Si sbaglia quando, per relazione di causa-effetto, si incolpa chi si oppone all’ imposizione di certe riforme per la morte dei tre orsi.
Le terribili foto degli orsi annegati, accostatate in contemporanea alla protesta avvenuta in piazza Capocci a Picinisco, sono frustranti, soprattutto per chi vuole vedere l’orso abbondare in numero sulle montagne.
Per quanto possa sembrare strano questi articoli fanno eco, soprattutto, se sul tavolo politico ci sono progetti “espansionistici”.
Perché qualcuno non racconta la vera storia di vita in cui versa l’orso marsicano? Perché qualcuno non dice che l’abbandono della montagna, sponsorizzato dai gestori del parco, porterà a parlare ancora di questi incidenti nel futuro?
Allargando i confini i problemi restano, si moltiplicano, si allargano: gli orsi continueranno a sparire!
Esiste una barriera a delimitare l’ente parco da tutto quello che non è contenuto nella cartografia che lo rappresenta: questa muraglia non si vede, ma la si percepisce.
Ogni volta che il confine viene varcato, che tu sia in sella di una bici, in cerca di funghi, a raccogliere lattuga o a caccia di foto, l’impressione è quella di scavalcare un limite invalicabile.
Gli agenti del parco, sempre più simili ai difensori di un regime tirannico privo di idee, invece di guardare le spalle al povero plantigrado (potrebberlo farlo h24 vedendo il rapporto numerico agenti/orsi) addossano le proprie mancate responsabilità al girone d’inferno della ZPE “priva di regole” .
Da Roma, con la scusa dell’orso, in difesa della natura e sotto la guida del Dio denaro, le varie associazioni “ambientaliste” hanno disegnato i nuovi confini del parco come fossero colonie.
Non siamo tribù analfabete, non siamo delinquenti e nessuno conosce il territorio meglio di chi, come noi, lo ha vissuto fin dalla nascita.
È aperto l’invito a studiare il modello di gestione dell’orso in Croazia: alla base della continua crescita degli ursidi ci sono in primis i cacciatori, poi i contadini ed infine gli allevatori. Perché l’ente parco non ha mai interagito con queste figure? Pensano forse che distribuire marchi gialli da attaccare sui prodotti tipici possa bastare? Che gabbie anti orso da regalare per salvare galline e conigli siano sufficienti a garantire lunga vita al famoso predatore? Pensano forse che sponsorizzando qualche evento di piazza si possa rendere felici tutti gli abitanti del posto? Che peso danno ai sindaci non incamerati sotto le loro direttive e sopratutto politicamente come moriranno in caso di scelta contraria?
In valle di comino, conviviamo con l’orso da secoli: la sua sopravvivenza è dipesa da sempre dalle nostre azioni. Potremmo schierarci in campo al fianco del PNALM per la salvaguardia dell’orso e soddisfare così le esigenze di tutti i residenti della fascia pre-parco: una crescita economica basata sullo stato di conservazione della natura.
Purtroppo ci sono solo regole (troppe), leggi, vincoli e pareri da rispettare (bastonate), scritte da qualche pseudo-naturalista che non ha mai messo piede sui nostri territori! Persone lontane dalla realtà come essa si presenta e che tendono ad immaginarla solamente, continuando però ad imporre insensate e dannose restrizioni.
Chi ama il proprio territorio viene contrastato nel diritto di allevare, coltivare, costruire, cacciare e pescare. I concittadini che non hanno possibilità di andar via cominciano a nutrire dentro il senso di indifferenza verso l’orsetto più simpatico che c’è.
Poveri orsi: la gestione del parco li sta ammazzando con noi impassibili a guardare!
Stiamo dando all’opinione pubblica la possibilità di identificarci come gli unici responsabili dell’estinzione dell’orso a discapito di chi invece tiene soltanto al valore dei soldi!
Chissà, sarà meglio eliminare la frutta dagli alberi nei centri abitati piuttosto che puntare sulle colture a perdere in montagna, così come potremmo continuare a far prolificare i cervi ed i cinghiali rispetto ai greggi che popolano il nostro territorio, fonte di ricchezza ed orgoglio a livello nazionale.
Sveglia, la terra è nostra, il futuro dell’orso ci appartiene come la sopravvivenza dei nostri figli!
Lo scambio di opinioni deve esserci, così come completa apertura al dialogo, purché questo mantenga una certa aura di decoro da entrambe le parti. In una società civile, costruita su quelli che vengono considerati i più nobili valori, che vengono sempre meno, il confronto deve essere aperto alla ratio. Non gettiamo parole al vento, piuttosto deve esserci un invito alla collaborazione, allo scambio di idee ed opinioni non infamanti e che non ledono le persone coinvolte. All’associazione Terra Nostra preme rivolgere un ringraziamento alla persona del sindaco Frattaroli, che nonostante la sua posizione, ha dimostrato coraggio e forza d’animo nell’esprimere liberamente il proprio pensiero e la propria posizione in difesa della nostra terra, della nostra storia, del posto che con affetto chiamiamo Casa.
Associazione Terra Nostra Picinisco