REGIONE – Trofeo Caronte, la Roma-Lido peggior tratta ferroviaria del Lazio

Presentata la scorsa settimana Pendolaria di Legambiente, sul diritto per i milioni di pendolari a viaggiare su mezzi idonei, Legambiente Lazio oggi pubblica il TROFEO CARONTE, che insieme all’elenco delle opere incompiute nel trasporto su ferro, compone il più complessivo dossier Pendolaria nel Lazio realizzato da Legambiente e dall’ORT Osservatorio Regionale Trasporti.

L’edizione 2018 del TROFEO CARONTE, poco ambito premio per le peggiori tratte pendolari del Lazio, viene vinto per l’ennesima volta dalla Roma Lido di ATAC che da anni è considerata la peggior tratta ferroviaria d’Italia: non si sono visti investimenti sui treni; calano il numero di convogli dai 24 del 2015 ai 17 attuali e mai in servizio tutti insieme, anzi sono una decina quelli viaggianti giornalieri per i vari guasti; crolla il numero di utenti che va dai 100.000 di pochi anni fa agli attuali 55.000, molti passano infatti all’auto per sfiducia ed esasaperazione, congestionando ulteriormente le strade e inquinando l’aria; le corse effettuate nell’anno 2017 sono il 5,5% in meno rispetto a quelle programmate; le biglietterie solo su un quarto delle stazioni dove incuria e degrado mettono le persone davanti a condizioni di viaggio e di attesa drammatiche.

“La Roma Lido torna a vincere il Trofeo Caronte e per l’ennesimo anno è il peggior treno d’Italia, qui i pendolari sono costretti ai viaggi più infernali e quella che potrebbe diventare una nuova metro per Roma, continua ad essere solo una grande vergogna per la Capitale -commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -, il gestore non ha fatto assolutamente niente di niente negli ultimi anni e così la condizione sta solo peggiorando. La Roma Lido è un potenziale enorme per la Capitale, se diventasse una metropolitana migliorerebbe la vita di tutto il decimo Municipio e non solo, con una ricucitura urbana ambientale formidabile, invece è il treno più scassato d’Italia e non si fa mancare una fermata fantasma al Torrino-Mezzocammino, già pagate dai costruttori per compensazione ambientale e mai nata perché i soldi sono bloccati in Campidoglio, o stazioni come Tor di Valle dove ci sono lavori da tempo, fermi da oltre un anno per contenzioso tra amministrazione e ditta, e oggi in stato vergognoso. Pensare poi di costruire su questa linea lo Stadio di calcio della AS Roma, senza prevedere nessun miglioramento alla tratta come da attuale progetto, è una follia, come emerge peraltro anche dagli ultimi studi del Politecnico di Torino”.

Al secondo posto la Roma Nord di ATAC, per corse continuamente annullate, ritardi, guasti e viaggi su materiale obsoleto. Al terzo posto la FL1 di Trenitalia Orte-Fiumicino Aeroporto, tratta di altissima frequentazione dentro il GRA, dove ha funzione metropolitana: qui l’annuncio ministeriale di un’ipotesi Alta Velocità per l’aeroporto ha messo in fibrillazione i pendolari. “Sia la Roma Nord che la FL1 sono potenziali nuove metro per Roma che di metro ne ha bisogno – prosegue Scacchi -, invece di investirci per migliorare la vita dei pendolari e farne salire altri, sulla linea verso nord continua il disastro gestionale degli ultimi anni, mentre sulla FL1 il drammatico spauracchio della TAV che peggiorerebbe la vita dei pendolari, su un tracciato dove invece bisognerebbe migliorare lo stato di viaggio attuale e prolungare i binari fino Fiumicino città, visto che ora finisco in aeroporto a poca distanzia dalla quarta città del Lazio, dove va riportato il treno”.

Nel dossier Pendolaria del Lazio, Legambiente apre un capitolo sulle opere incompiute e necessarie allo sviluppo positivo dei trasporti su ferro: dalla ormai mitica chiusura dell’anello ferroviario di Roma a Nord, al raddoppio dei binari delle linee FL in primo luogo sulla linea FL4 per i Castelli Romani che è la tratta più lenta di tutta la Regione con medie di 30 km/h di velocità. E poi i prolungamenti delle metro A, B, B1 e C, la già citata conversione in metropolitane delle linee Roma-Lido e Roma-Viterbo (tratta urbana) ma anche della Roma-Giardinetti in tram. Nel Lazio ci sono poi, ancora 348 km a binario semplice o unico e 103 km non sono elettrificati, tracciati che devono vedere un ammodernamento fondamentale ma in netto ritardo come ad esempio sulla FL2 tra Lunghezza e Guidonia, dove i pendolari assistono a lavori di raddoppio che durano da un decennio su tracciato rettilineo e pianeggiante, senza vederlo minimamente terminato. Infine, tra le incompiute la riapertura del collegamento Orte-Capranica-Civitavecchia, previsto dal Piano Regionale dei Trasporti e che troppo bene farebbe a quel territorio.

“Per la cura del ferro nel Lazio c’è bisogno di completare opere che aspettiamo ormai da decenni – dichiara Amedeo Trolese di Legambiente Lazio – tutte annunciate, auspicate e a volte anche parzialemente finanziate, ma mai realizzate. La trasformazione in metropolitana dell’invivibile Roma Lido e Roma Nord, la rigenerazione della disastrata Roma Giardinetti in funzionale e moderno Tram, la chiusura dell’anello ferroviario romano, il raddoppio dei binari, i prolungamenti delle poche metropolitane romane che bisogna portare tutte fuori dal raccordo, i tracciati da riattivare perché chiusi sciaguratamente come la Orte-Capranica-Civitavecchia o il treno per Fiumicino: tutte tasselli fondamentali per migliorare la vita delle persone di Roma e di tutto il Lazio”.

Il dossier Pendolaria è stato presentato in anteprima alla TGR Lazio, durante la puntata di Buongiorno Regione che si è svolta dalla stazione di Tor di Valle a Roma la mattina del 19 dicembre sulla tratta Roma Lido, alla presenza dei rappresentanti dell’Osservatorio Regionale Trasporti, del Comitato Pendolari Roma Lido e del Comitato Pendolari Roma Giardinetti.

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