FALVATERRA – Inquinamento ex Olivieri, l’Osservatorio attacca il sindaco

L’Osservatorio Civico Falvaterra, nella persona del presidente Gian Carlo Bertoni, chiama ancora in causa il sindaco del Comune Antonio Lancia, dopo avere inoltrato il 7 dicembre scorso all’attenzione del Primo Cittadino un’istanza di chiarimenti a proposito della costituzione come parte civile dell’amministrazione nel processo per inquinamento contro la ex Olivieri. La risposta di Lancia, ritenuta parziale e imprecisa, non ha evidentemente convinto l’Osservatorio, poco propenso a credere alla mancata notifica di atti ufficiali da parte dell’Autorità Giudiziaria, tenuto conto della risonanza mediatica avuta dal caso fin dal 2010, alla luce della quale il Comune avrebbe potuto – anche in assenza di comunicazioni dalla Procura – rivendicare la legittimità di un’eventuale azione giudiziaria al fine di tutelare i propri interessi ambientali.

Pubblichiamo di seguito il testo integrale della lettera dell’Osservatorio al Sindaco:

Egregio Signor Sindaco,

con la nostra istanza del 07/12/2018 avente per oggetto “Istanza al Sindaco (art.39 Statuto comunale – Stabilimento ex Olivieri – inquinamento ambientale”, chiedevamo di sapere se il Comune si fosse costituito parte civile nel procedimento contro la ex Olivieri e quali altre iniziative fossero state intraprese.
La sua nota del 27/12/2018 risponde solo parzialmente alle domande formulate e, me lo consenta, anche con qualche imprecisione.
Pare di comprendere infatti che l’inerzia dell’Amministrazione nell’attivarsi tempestivamente al fine di tutelate i propri interessi sia da ricondursi alla mancata notifica di non meglio precisati atti istruttori “di nessun genere o tipo” da parte dell’Autorità Giudiziaria.
Tale ricostruzione appare quanto meno singolare.
Crediamo di fare cosa utile nelricordarLeche la notizia delle vicende relative allo stato di inquinamento del sito dell’ex stabilimento Olivieri fosse apparsa più volte sulla stampa e quindi fosse di pubblico dominio, a cominciare dagli articoli riguardanti l’indagine della Guardia di Finanza risalente all’anno 2010.
Ammesso e non concesso che l’Ente Comune debba e possa accontentarsi deirelatarefero senza attivarsi tempestivamente, con i poteri che gli sono propri, per la tutela degli interessi collettivi che riguardano il proprio territorio, tale ampia disponibilità di notizie avrebbe consentito al Comune di Falvaterra, in qualità di soggetto passivo del reato ed interessato al procedimento, di attivarsi presso la Procura procedente sin dalla fase delle indagini preliminari.
Nulla vietava,poi,la successiva costituzione del Comune in seno al giudizio penale una volta incardinato il processo, data la risonanza della notizia.
Non hasenso, quindi, sostenere che la non avvenuta – ma auspicata, se non doverosa – costituzione di parte civile siadipesa dalla asserita mancata notifica di atti al Comune di Falvaterra da parte della Procura.
Pare, invece, che tale scelta sia da ricondursi più che altro ad inerzia e/o a disinteresse, salvo dover ammettere che non si è in grado di avere contezza di quanto accade sul proprio territorio.
Visto il danno arrecato al territorio, ci si aspettava un’azione, un impulso, che ci si duole non si sia potuto scorgere.
Quanto esposto trova conferma nellacircostanza che solo nel 2018 l’Amministrazione decideva di conferire incarico ad un legale per veder riconosciuto in sede civile il proprio diritto al risarcimento di tutti i possibili danni patiti dal territorio oltre che dalla cittadinanza.
Se, come recita l’Ordinanza n. 2/2017 – prot.63037 della Provincia di Frosinone, il Comune di Falvaterra fin dal 08/03/2017 –nota prot.652, era consapevole del sequestro penale dell’ex sito industriale,perché solo per il 25 /01/ 2018 convoca una riunione della Giunta Comunale – prot.304 del 02/02/2018 –per deliberare un atto dall’oggetto “Ex Industrie Olivieri. Ricorso al TAR. Incarico legale”?
A ben vedere ricorre sempre una grave dilatazione dei tempi di reazione della Sua amministrazione.
Peraltro non si comprende quale sarebbe l’atto amministrativo che dovrebbe essere oggetto di ricorso al TAR stesso.
La sua lettera del 27/12/2018 nulla dice sulle ragioni sia della prima come della seconda scelta procedurale. Come pure nulla dice sull’esito delle azioni a suo tempo deliberate.
Quello che dovrebbe essere chiarito ai cittadini è il vantaggio di percorrere la via civilistica, con i relativi ingenti esborsi, alla costituzione in un processo penale, apparendo insuperabile quanto evidenziato in apertura della presente.
Egregio Signor Sindaco, vista la sua nota del 01/02/2019, devo ricordarle che i cittadini hanno il diritto di chiedere chiarimenti ed informazioni sull’attività amministrativa del proprio Comune, e che qualunque Amministrazione ha l’obbligo di fornire risposte esaurienti.
L’eccezionalità della situazione lo impone.
Lei definisce strumentali le nostre domande. Certo, sono strumentali alla conoscenza delle motivazioni dei comportamenti di un’amministrazione pubblica che dovrebbe interrogarsi sulle ragioni delle “ennesime” domande da parte deicittadini, che le veicolano nostro tramite.
Mi creda, le domande dei cittadini non “gettano discredito e fango” su nessuno. Possono essere altre le azioni che ledono la credibilità di un’amministrazione.
Che piaccia o meno il confronto è alla base della democrazia, le cui regole valgono per tutti: per i “neonati alla vita sociale” come per i maturi, navigati attori protagonisti dell’odiernoscenario sociale ed amministrativo.
Distinti saluti.

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