ARPINO – Mancata approvazione del bilancio di previsione comunale, Rea e Quadrini spiegano il perchè

“Viste le interpretazioni più variegate che circolano sul perché il bilancio di previsione del Comune di Arpino non è stato ancora approvato,  bisogna fare un po’ di chiarezza” – afferma il Consigliere delegato al Bilancio Stefania Quadrini – “Prima del 2013, anno in cui questa amministrazione ha iniziato la propria consiliatura, erano stati riaccertati residui passivi derivanti dalle precedenti amministrazioni per circa 2 milioni di euro. Inoltre era in atto la riforma delle finanze locali, una politica di austerity verso gli enti locali: trasferimenti statali pressoché azzerati, istituzione di un fondo di solidarietà che tagliava circa il 38% del gettito Imu da ridistribuire tra tutti i comuni e la spending review promossa da Monti (D.L. 95/2012).

Queste solo alcune di una serie di penalità messe a segno dai vari governi nei confronti degli enti locali, con conseguente impoverimento degli stessi. Nel 2016 l’unica via percorribile per il nostro Comune era rappresentata dalla dichiarazione di dissesto… Poi finalmente uno spiraglio di luce è arrivato con la finanziaria 2016 che nell’art. 1 comma 714 dava la possibilità ai comuni in predissesto di spalmare il debito (nel nostro caso contratto dalle amministrazioni precedenti) in un arco temporale di 30 anni. Grazie a questa possibilità è stato scongiurato l’inevitabile dissesto e si è partiti per il risanamento del paese, con non pochi sacrifici è stato rimodulato il piano di riequilibrio pluriennale che è stato regolarmente approvato dalla Corte dei Conti, in toto e senza prescrizioni.

Ma il 14 febbraio 2019 l’ennesimo episodio di stop arriva dalla Corte Costituzionale, che ha sancito l’illegittimità della precedente normativa perché violerebbe l’equità intergenerazionale. A questo punto l’ente  (come tutti quelli interessati da un piano di rientro) si è trovato di fronte ad un bivio: approvare il bilancio così com’era, oppure rimodulare il piano a 10 anni (da allora) dovendo colmare il debito residuo in 3 anni (da oggi). La prima ipotesi è stata scartata sul nascere perché non avremmo mai approvato un bilancio contro legge, il principio della legalità è stato sempre il cardine di questa amministrazione; l’alternativa di rimodulare il piano a 10 anni dal 2015 caricando per i prossimi 3 anni una rata di 500.000,00 euro è ovviamente insostenibile con le nostre entrate. Non avendo alternative abbiamo cercato di avviare un’interlocuzione con i comuni interessati alla stessa problematica, con l’ANCI, con il MEF, con la Corte dei Conti, questa azione congiunta ci ha consentito di ottenere un differimento del termine di approvazione del previsionale al 31 luglio 2019.

“Ci auspichiamo che tale proroga – afferma il Sindaco  Renato Rea – sia foriera di un intervento normativo che salvaguardi gli equilibri di bilancio e ripristini la situazione ante sentenza 18/2019, consentendo a tutti i Comuni interessati di andare avanti e scongiurare il dissesto, in modo da non vanificare tutti i sacrifici fatti dall’amministrazione e dai cittadini negli ultimi 5 anni. Lo Stato non può cambiare continuamente le carte in tavola a chi sta programmando con scrupolo le proprie operazioni. Cambiano i governi ma i Comuni sono sempre penalizzati con tagli  e provvedimenti indiscriminati”.

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