ARPINO – Comune, sulle indennità si infiamma la battaglia politica
Prendiamo atto della replica del “sorridente” sindaco Rea circa la questione delle indennità degli amministratori comunali, tuttavia di fronte alle inesattezze del primo cittadino occorre fare alcune precisazioni e qualche considerazione:
1) Non è affatto vero, come afferma il sindaco, che la riduzione del 50% delle indennità è operativo dal 2016. Questo è ciò che è stato dato ad intendere ai cittadini con un manifesto firmato dallo stesso Rea fatto affiggere ad ottobre del 2016. Ci sono voluti cinque mesi affinchè la riduzione diventasse ‘operativa’ come dimostra indiscutibilmente la delibera di giunta numero 36 del 21 marzo 2017 relativa alla promessa ma non effettuata decurtazione. In questo periodo gli amministratori hanno continuato a percepire lo ‘stipendio’ intero (per i casi previsti). In altre parole hanno raschiato il fondo del barile fino a quando hanno potuto. Un vero atto di sobrietà… a scoppio ritardato!
2) Sulla questione delle indennità va inoltre ricordato al sindaco un passaggio che evidentemente tende a dimenticare. Rea, infatti, si scagliò contro l’ex assessore Rachele Martino quando quest’ultima, senza risorse disponibili nel settore cultura della Città della Cultura e giudicando nei fatti immorale percepire l’indennità piena in un Comune in difficoltà economiche, se la dimezzò proprio per finanziare le iniziativa culturali promosse a decine in quel periodo. Rachele Martino venne però aspramente rimproverata da Rea per la sua decisione presa in splendida solitudine.
3) Il sindaco Rea dimentica inoltre che nel Comune che ormai amministra da sei anni la spesa delle indennità di carica, annessi e connessi compresi, è decisamente pesante aggirandosi intorno al mezzo milione di euro.
4) Si suggerisce, qualora non disponibili, dichiarazioni firmate circa la rinuncia al 50% dello “stipendio” da parte dei nuovi elementi della giunta visto che l’atto che le dimezzava risale alla precedente amministrazione. Potrebbero cioè verificarsi, come già capitato ad un ente di cui il Comune di Arpino fa parte, richieste postume.
5) In ultimo si evidenzia come il sindaco non abbia fatto cenno alla riduzione dei dirigenti comunali da cinque a tre (peraltro al suo insediamento erano quattro), come assicurato nel manifesto dell’ottobre 2016, sempre firmato da Rea. Anche in questo caso i cittadini sono stati tratti in inganno. Da allora infatti sono trascorsi quasi tre anni ma i capi settore in un Comune all’occorrenza spacciato in difficoltà ed ormai sotto i settemila abitanti, restano sempre cinque.
In effetti parlano le carte e i consiglieri comunali di minoranza Iafrate, Martino, Forte e Quadrini hanno ragione a puntualizzare alcune “promesse” fatte e non mantenute. Non solo verbali, ma anche nero su bianco con tanto di firma del sindaco, che nei fatti smentisce se stesso. E non è la prima volta.
Comune di Arpino – Il gruppo di opposizione (Iafrate – Martino – Forte – Quadrini)