FROSINONE – Gestione rifiuti SAF, Piacentini durissimo contro Migliorelli
“Credo che Migliorelli possa dire di aver conseguito un risultato unico nella storia delle imprese pubbliche – ha dichiarato il presidente del Consiglio comunale di Frosinone, Adriano Piacentini – trasformando la Saf in una azienda che potrebbe eventualmente fare invidia alla peggiore mentalità dell’Ilva di Taranto. Quando, infatti, alcuni anni fa, i comuni della provincia di Frosinone decisero di chiudere il ciclo dei rifiuti in modo virtuoso, consorziandosi per arrivare al pareggio dei costi, mai avrebbero pensato di portare avanti solo la logica del profitto, in aggiunta all’ulteriore depredamento del territorio, con i rifiuti provenienti da Roma e da altre parti d’Italia. Se valesse questa logica, non mi scandalizzerei se Migliorelli decidesse di lanciare anche un’Opa (offerta pubblica di acquisto) per acquisire l’uranio impoverito e gli altri rifiuti radioattivi che neppure l’Albania accetta più di trattare, giustificando il tutto con una motivazione che, con la sinistra autentica, non ha nulla a che fare, ossia quella del profitto sempre e comunque. Potremmo dire che, per Migliorelli e per coloro che vogliono portare da noi i rifiuti da mezza Italia, valga il vecchio principio ‘romanistico’, e non romano, secondo il quale pecunia non olet, anzi, meglio se non olet sed oleat. E il tutto, stranamente, avviene quando il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, ha ricordato, di recente, come sia la Raggi che il ministro Costa hanno dato la loro disponibilità a portare i rifiuti di Roma all’estero, coprendo i relativi costi. Migliorelli, inoltre, dimostra di non conoscere per nulla neppure il territorio grazie al quale percepisce una parte dei suoi lauti emolumenti mensili, perché finge di non sapere che l’Ispra ha certificato un abbassamento dei livelli di inquinamento dell’aria, negli ultimi cinque anni, nel capoluogo, pari al 20%, grazie ai provvedimenti adottati dall’amministrazione Ottaviani. Spero, però, che uscendo dal casello dell’autostrada, possa dirigersi almeno una volta nella zona di via le Lame, magari di sera, al tramonto del sole, e che qualcuno gli possa spiegare che quella collina di circa 50 metri di altezza non è naturale ma artificiale. È la discarica realizzata alcuni decenni fa dai suoi compagni che, sempre con la scusa delle ‘emergenze’ in giro per l’Italia, hanno posizionato su quella zona, a 100 metri da un affluente del Sacco, 650.000 metri cubi di rifiuti, ricevendo in cambio pochi spiccioli, senza considerare le gravi ricadute sull’ambiente e sulla salute che sta scontando, ancora oggi, l’intera valle del Sacco”.