FORMIA – Di poeta in poeta: appuntamento dedicato a Rilke
Sabato 29 febbraio, alle ore 18:00, nella Sala “Iqbal Masih” in via Vitruvio, 342, a Formia, il secondo appuntamento della rassegna “Di poeta in poeta” promossa dal Teatro Bertolt Brecht all’interno del progetto Officine Culturali della Regione Lazio e del riconoscimento del Mibact.
Dopo il primo incontro dedicato a Kafka, continua il percorso sugli epistolari di grandi autori. Sabato sarà la volta delle lettere di Rainer Maria Rilke e Lou Andreas-Salomé, a cura di Pasquale Gionta, con la direzione artistica di Maurizio Stammati, letture di Salvatore Bartolomeo, Paola Pacifico, Pompeo Perrone e Serina Stamegna, e con l’accompagnamento pianistico del giovane maestro Paolo Zamuner.
«D’ora in poi potrai contare su di me»: così scrive Lou Andreas-Salomé (1861-1937) al poeta praghese Rainer Maria Rilke (1875-1926), ed è non solo tra le più belle dichiarazioni d’amore, ma anche una vera e propria dichiarazione d’intenti, poetica e culturale. Per intensità, lirismo, profondità di pensiero, le lettere che Rilke e Lou si scambiano tra il 1897 e il 1926 sono da annoverare tra le più belle della letteratura tedesca; sono lunghe conversazioni accompagnate a volte da versi incantati, in cui il poeta racconta all’amata – amante, amica, sorella – le vicende esteriori, e soprattutto interiori, della sua esistenza irrequieta e tormentata. A lei, la donna che segna in maniera indelebile la sua vita sentimentale e artistica e che, sin dal primo incontro, gli si mostra come straordinario stimolo creativo, Rilke confida i suoi sogni leggeri d’amore, le sue ore crepuscolari, i mali fisici, l’angoscia costruita “da mille mani”, le sensazioni provate in Russia, a Roma, a Parigi, il suo sodalizio con Rodin, ma soprattutto la sua volontà di creare che prevale su tutto: «O Lou, in una poesia che mi riesce c’è molta più realtà che in ogni relazione o affetto che provo; dove creo io sono vero…», confessa in una lettera dell’agosto 1903.
Quando si incontrano per la prima volta, a Monaco nel maggio 1897, lui ha 22 anni, lei 36, ma fra i due è lei la più giovane: l’amore e poi la salda intesa con Rilke, durata fino alla morte del poeta, danno infatti a Lou una giovinezza che non ha mai conosciuto prima. La sua vita non è meno intensa e irrequieta di quella di Rainer: la sua inestinguibile voglia di sapere, di scrivere, di approfondire ogni aspetto della realtà sfocia nella psicoanalisi e nel lavoro di collaborazione con Sigmund Freud. Mentre sconsigliò Rilke dal tentare l’avventura dell’analisi, Lou volle essere lo stesso il terapeuta della sua anima, che scandagliò e conobbe meglio forse di chiunque.