COLFELICE – SAF, Emergenza-Covid, come si lavora alla SAF
“Due mesi di emergenza sanitaria che, pur non avendo comportato interruzione delle nostre attività, in quanto servizio pubblico essenziale, ci ha costretti a rimodulare in chiave antivirus modalità, tempi e l’organizzazione stessa dei ritmi di lavoro. Due mesi ad alta tensione perché il sito, oltre ai cento dipendenti che ruotano in base alle turnazioni, registra ogni giorno un numero elevato di ingressi esterni tra fornitori e conferitori. Due mesi archiviati senza criticità, problemi, incidenti. Proseguiremo così fin quando sarà necessario”. Così Lucio Migliorelli, presidente della Saf, ha chiuso i lavori dell’ultima seduta del Comitato per la applicazione e verifica del protocollo che ha introdotto nel sito di Colfelice le misure contro la diffusione del covid e per la salvaguardia della salute di lavoratori e visitatori. Il ciclo di lavoro è stato sottoposto a una rivisitazione generale con la redistribuzione del personale tra i reparti per evitare sovraffollamento in spazi angusti e assicurare, anche nei contesti più ariosi, il distanziamento. In ogni reparto ciascun addetto indossa i dispositivi di protezione (mascherina, guanti, tuta). Per evitare assembramenti sono stati scaglionati gli orari di inizio e fine turno. In portineria si effettua la rilevazione della temperatura corporea con termometro a infrarossi. Installati ovunque i dispenser di igienizzante. La sanificazione del sito è ripetuta tre volte a settimana. Attenzione particolare è rivolta alla fossa che ospita i rifiuti Covid19 dei cittadini ciociari sottoposti a isolamento per aver contratto il virus o perché entrati in contatto con contagiati. Tali rifiuti speciali, conferiti dai Comuni, vengono ricevuti e trattati in stabilimento, come da ordinanza della Regione Lazio, seguendo un percorso diverso dagli altri e con un protocollo operativo stringente e rigoroso.
“I dipendenti sono abituati all’osservanza rigorosa delle misure e operano – spiega Lucio Migliorelli – con prudenza e responsabilità per la tutela della propria e altrui salute”. Gli elevati livelli di sicurezza raggiunti consentono peraltro la ripartenza, prossima settimana, dei lavori di sostituzione del tetto dell’edificio di 8.000 metri quadri che ospita il processo di stabilizzazione dei rifiuti. “Sulla nuova copertura saranno posizionati i pannelli fotovoltaici grazie ai quali produrremo in house – precisa il presidente – una quota parte significativa dell’energia elettrica. Potremo abbattere i costi energetici e ridurre le emissioni in atmosfera, nell’ottica del principio di sostenibilità ambientale che permea il processo di riconversione del sito da Tmb (Trattamento meccanico biologico) a Fabbrica dei Materiali”.