FROSINONE – CGIL FP, replica a Ottaviani sullo smart-working
Leggiamo con stupore sulla stampa l’ennesimo attacco del sindaco Ottaviani nei confronti dei dipendenti del Comune di Frosinone, attacco che fa il paio con le dichiarazione di un pò di tempo fa con le quali il Sindaco in una visita al Senato dichiarò che avrebbe utilizzato i pensionamenti di quota 100 per risanare il bilancio, riducendo il numero di personale di circa 80 unità.
Non riusciamo a capire di quale comune parla il Sindaco Ottaviani quando parla di smart working. Nel comune di Frosinone è stato attivato, come in tutta Italia, il lavoro da casa che potremmo definire “remote working”. I lavoratori hanno messo a disposizione della cittadinanza i propri spazi di vita e le proprie strumentazioni, garantendo, malgrado la pandemia, la continuità, senza interruzione, di tutti i servizi ai cittadini.
Inoltre vale la pena ricordare che questa modalità di lavoro, che il Sindaco Ottaviani lamenta, è stata imposta come ordinaria dal governo per tutelare sia i lavoratori che gli utenti riducendo le possibilità di contagio. Riteniamo inaccettabile pertanto le critiche, anche perché la Giunta Ottaviani ha scelto di fare tutto da sola, scegliendo di disintermediare il rapporto con i dipendenti, rifiutando il coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali nella fase dell’individuazione dei servizi essenziali da garantire “in presenza”, evitando qualsiasi confronto della modalità di lavoro da casa e, soprattutto, mettendo in ferie forzata le lavoratrici ed i lavoratori per azzerare le ferie pregresse.
È vero che, in parte, le Amministrazioni erano impreparate ad usare il lavoro da casa, ma questa impreparazione è dovuta, molto spesso, al rifiuto delle Amministrazioni di modernizzare i propri cicli produttivi. Molto spesso , a differenza di quanto invece avviene nelle ditte private che producono servizi, per alcuni Amministratori vale l’assunto ottocentesco del controllo a vista del lavoratore.
I dati statistici dimostrano l’esatto contrario del lodo Ottaviani: i lavoratori che lavoravano da casa hanno prodotto di più, spesso sacrificando la conciliazione dei tempi di vita con i tempi di lavoro, invece di privilegiarla, hanno settimanalmente inviato dei report sul proprio lavoro svolto, attenendosi scrupolosamente alle indicazioni dirigenziali. Tutto questo ha significato che la macchina comunale continuasse il suo funzionamento senza interruzione, anche al Comune di Frosinone e per questo non si meritano l’ingiusto attacco mediatico da parte del primo cittadino.
Il Sindaco dovrebbe valutare, per il futuro, quali benefici potrebbe portare alla città un processo di ammodernamento con un vero smart working, in termini di qualità delle prestazioni effettuate dai dipendenti, di minori costi per l’Ente (basti pensare ai minori consumi energetici per gli immobili) e, elemento non indifferente per Frosinone, città spesso citata tra le più inquinate d’Italia, anche in termini di diminuzione di traffico veicolare di smog correlato. Tutto questo senza timore dell’innovazione o dello sforzo organizzativo che si dovrebbe chiedere alle strutture dirigenziali. Come FP CGIL, CISL FP e UIL FPL saremmo ben lieti di discutere dei modelli organizzativi migliori per il Capoluogo e di come utilizzare al meglio la professionalità e le competenze che hanno i dipendenti comunali.
Invece ancora una volta la politica sembra scegliere di usare il discredito del lavoro pubblico come arma di distrazione di massa. Pensando, forse, a qualche futura campagna elettorale e non al futuro della città. Il Comune di Frosinone ed i suoi dipendenti non merita questo. Il Servizio pubblico, che in questa emergenza ha tenuto in piedi la Nazione andrebbe valorizzato e non colpevolizzato senza motivo, perché solo con un Pubblico forte si può dare la garanzia a tutti di accedere a quei Servizi che permettono di essere cittadini e non sudditi.
Forse il Sindaco Ottaviani dovrebbe valutare l’opportunità di scusarsi con i suoi dipendenti.
CGIL FP Frosinone