REGIONE – Etichetta Made in Italy sui salumi: l’UE dà l’ok

Via libera dell’Unione Europea all’etichetta Made in Italy su salami, mortadella, prosciutti e culatello per smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per italiana come chiede il 93% dei cittadini che ritiene importante conoscere l’origine degli alimenti, secondo l’indagine on line del Ministero delle Politiche agricole. Ad annunciarlo è la Coldiretti, che ha fortemente sostenuto il provvedimento, dopo la scadenza del cosiddetto termine di “stand still”, il periodo di “quarantena” di 90 giorni dalla notifica entro il quale la Commissione avrebbe potuto fare opposizione allo schema di decreto nazionale interministeriale che introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate.

‘’Una novità importante – ha commentato il direttore di Coldiretti di Frosinone e di Latina Carlo Picchi – per garantire trasparenza nelle scelte ai 35 milioni di italiani che, secondo un’analisi su dati Istat , almeno qualche volta a settimana portano in tavola salumi. E’ per noi  un passo significativo anche  e soprattutto a livello locale, per sostenere i trecento allevamenti di suini in provincia di Frosinone che, come accaduto su scala nazionale, sono  stati messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale.

Secondo un’analisi Coldiretti, infatti ,dall’inizio dell’emergenza sanitaria le quotazioni dei maiali tricolori si sono quasi dimezzate e scese a poco più di un euro al chilo, mettendo a rischio le imprese e con esse  la prestigiosa norcineria Made in Italy che vale, dalla stalla alla distribuzione, 20 miliardi.  A preoccupare è l’invasione di cosce dall’estero per una quantità media di 56 milioni di “pezzi” che ogni anno si riversano nel nostro Paese per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy.

Si stima che tre prosciutti su quattro venduti in Italia siano in realtà ottenuti da carni straniere senza che questo sia stato fino ad ora esplicitato in etichetta. Cosce provenienti in larga parte dai grandi mattatoi dei paesi del Nord, come ad esempio la struttura di Rheda-Wiedenbrück, nel distretto di Guetersloh, nel NordReno Westfalia, balzata all’attenzione delle cronache perché più di 1.550 lavoratori sono risultati positivi ai test per il Covid-19.

L’etichettatura dei salumi è l’ultimo capitolo della storica battaglia per la trasparenza condotta da Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa’ – ha affermato il presidente della Coldiretti  di Frosinone Vinicio Savone , sottolineando che ‘In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy’.

Il decreto sui salumi, che dovrà essere presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale per essere operativo, prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a paese di nascita, paese di allevamento e paese di macellazione degli animali. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

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