REGIONE – Turismo, record di presenze ad agosto per le Grotte di Pastena e Collepardo
Anche per il 2020 si conferma il grande interesse da parte del pubblico per le Grotte di Pastena e Collepardo che hanno registrato oltre 13 mila presenze solo nel mese di agosto con un notevole incremento di visitatori rispetto ad agosto 2019: la Grotte di Pastena vedono una crescita di pubblico del 18% con oltre 8 mila visitatori, mentre le Grotte di Collepardo e il Pozzo d’Antullo, con circa 5 mila visitatori, hanno registrato un aumento delle presenze di quasi il 90% rispetto allo scorso anno.
Dopo la chiusura di quattro mesi a causa del Covid-19, con la riapertura del 3 luglio 2020 i due suggestivi siti speleologici in provincia di Frosinone, hanno registrato un notevole incremento delle richieste e delle presenze anche nei giorni infrasettimanali portando il dato complessivo di presenze a +34% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Numeri importanti che confermano il segno positivo della gestione regionale delle Grotte, partita il 20 luglio 2018 in seguito a un accordo sottoscritto tra la Regione Lazio, il Parco Naturale Regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi e i comuni di Pastena e di Collepardo.
Da quella data la Regione Lazio si è fatta carico delle attività di conservazione e valorizzazione dei siti affidandone la gestione alla società regionale in house LAZIOcrea spa in collaborazione con le amministrazioni locali. Una conduzione vincente che, oltre ad aver portato la stabilizzazione del personale, ha avviato un lavoro di tutela e rilancio dei due siti speleologici anche attraverso un ricco cartellone di eventi. Grazie all’impegno di LAZIOcrea e degli operatori sul territorio, in un momento di grande difficoltà per tutto il comparto, i due siti continuano quindi ad accogliere e attirare un pubblico di ogni età con un’offerta che coniuga natura, cultura e turismo.
Il successo di questo modello è frutto anche dell’esperienza maturata nel corso degli ultimi anni in altri luoghi di proprietà regionale, quali il Castello di Santa Severa, il WeGil di Roma e il Palazzo Doria Pamphilj di San Martino al Cimino. Un impegno con cui la Regione contribuisce alla creazione di un sistema di siti d’eccellenza per la fruizione e rivalutazione sostenibile del patrimonio laziale.
Le Grotte di Pastena e Collepardo sono non solo un importante geosito in cui è possibile ammirare fenomeni carsici unici nel loro genere, ma sono anche aree di tutela di specie protette, come i pipistrelli. La visita nelle grotte, dunque, rappresenta un’occasione per comprendere e rispettare tutto l’affascinante e composito patrimonio naturale della nostra regione.
GROTTE DI PASTENA
Queste splendide grotte nel Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi sono quasi interamente percorribili, a eccezione di un tratto riservato agli speleologi. L’ingresso attuale, alto 20 metri e largo 12, è stato utilizzato nel corso del tempo come riparo dagli uomini primitivi, dai briganti e, più di recente, dalle persone in fuga durante il secondo conflitto mondiale. Aperte al pubblico già dal 1927, sono considerate tra i più importanti complessi speleologici italiani. All’interno delle grotte è possibile ammirare le più interessanti forme del carsismo sotterraneo: maestose e suggestive sale, stalattiti, stalagmiti e colonne dalle forme bizzarre, laghetti e nelle stagioni più piovose fragorose cascate, che rendono la visita alle grotte un’esperienza emozionante, dove può capitare di incontrare diverse specie di pipistrelli, in termini scientifici di “chirotteri”, animali protetti dall’Unione Europea.
GROTTE DI COLLEPARDO
Le Grotte di Collepardo, visitate anche dalla Regina d’Italia Margherita di Savoia nel 1904, affascinano grazie alle maestose volte ricche di stalattiti multiformi che si congiungono alle stalagmiti in un lentissimo processo ancora attivo, creando uno spettacolo dal fascino ineguagliabile. Per la singolarità delle forme, che riecheggiano figure umane e animali, furono denominate “Grotte dei Bambocci”. Questo nome, dopo la storica visita della prima regina d’Italia, fu poi sostituito, nel 1904, in “Grotte Regina Margherita”. All’interno delle grotte sono stati rinvenuti numerosi reperti umani, ceramici e faunistici risalenti all’età del bronzo, circa 3.500 anni fa.
POZZO D’ANTULLO
A circa 1 km dall’abitato di Collepardo, alle pendici dei monti La Monna e Rotonaria, nel complesso degli Ernici, si trova una grandiosa voragine di origine carsica creatasi a seguito dello sprofondamento della volta di una grotta, denominata in seguito Pozzo d’Antullo. Le pareti a strapiombo presentano numerose stalattiti interessate ancora da stillicidio, alcune delle quali sono curve, modellate probabilmente dal vento proveniente dai cunicoli laterali, che modifica la deposizione dei cristalli di calcare. Il fondo è coperto da una ricca e lussureggiante vegetazione, con alberi alti fino a 20 metri. La sua circonferenza infatti è di circa 300 metri per una profondità di 60. Con molta probabilità il fondo del Pozzo d’Antullo è collegato alle Grotte di Collepardo attraverso un sistema di cunicoli sotterranei. Sembra che anticamente il Pozzo fosse adibito al pascolo delle pecore che vi venivano calate con una fune lungo le pareti verticali all’inizio della primavera e lasciate poi incustodite fino al principio dell’inverno. Essendo di origine carsica presenta ancora lungo le pareti le stalattiti (fossili-non più attive) tipiche di una grotta a testimoniare il passato di una grande sala coperta. Il pozzo rappresenta una singolarità ambientale, sia per la sua particolare genesi sia per la presenza di una ricca vegetazione che si è sviluppata sul fondo, meritevole quindi di tutela.