FROSINONE – Scuola, Ottaviani chiede a Zingaretti la Dad: ok dalla Regione

Il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, ha indirizzato una richiesta urgente di attivazione della didattica a distanza (DAD), nel Capoluogo di Frosinone, anche nelle scuole di competenza comunale del Capoluogo, dopo quelle superiori, a seguito dell’Ordinanza del Presidente della Regione Lazio del 28.2.2021, che istituiva la zona arancione. La richiesta è stata accolta dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti che, di concerto con la Asl di Frosinone, ha attivato il percorso per rimettere la decisione alla competenza finale dei sindaci dei territori maggiormente esposti al possibile innalzamento degli indici di contagio. La richiesta del sindaco Ottaviani è stata condivisa dai dirigenti degli istituti comprensivi del capoluogo, con i quali il primo cittadino ha effettuato una riunione su piattaforma Zoom, a cui ha partecipato l’assessore all’istruzione, Valentina Sementilli.

“Devo ringraziare la pronta sensibilità istituzionale mostrata dal presidente Zingaretti e dal direttore generale della Asl di Frosinone, dott.ssa D’Alessandro, con i quali abbiamo portato avanti una riflessione importante, in linea con il principio di precauzione, dimostrando come oggi sia indispensabile attuare soluzioni pratiche, anziché rincorrere problemi teorici. Quello che stava avvenendo in questi giorni a Frosinone non era soltanto paradossale, ma appariva anche delicato sotto il principio della precauzione e della effettiva tutela della salute della popolazione – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – L’indice RT riguarda, in generale, la concentrazione di positività della popolazione residente, proprio per evitare la fruizione di servizi e l’effettuazione di attività da parte dei residenti nel proprio usuale ambito territoriale di riferimento. Ma se questo riguarda, di norma i comuni “ordinari”, non può replicarsi “meramente” anche per i comuni, come Frosinone che, oltre alla popolazione residente, ricevono anche quella proveniente dagli altri comuni, per motivi di lavoro o di studio, altrimenti dovrebbe ricalcolarsi l’indice RT dello stesso Capoluogo, inserendo una funzione matematica che tenga conto della massiccia presenza in città di popolazione non residente, per buona parte della giornata, la quale torna nel proprio comune solo per la restante parte del giorno.

L’istituzione della zona arancione per la Provincia di Frosinone e la dichiarazione di zona rossa per alcuni comuni, del resto, non possono leggersi in modo avulso dalle caratteristiche territoriali e sociali di un Capoluogo che, ogni giorno, a fronte dei 46.000 residenti, ospita o viene attraversato da oltre 100.000 persone, per motivi di studio o di lavoro o altre esigenze, registrando l’ingresso di altra popolazione non residente, con indice RT evidentemente superiore alla cifra 1. Ed allora, se per i lavoratori non è possibile limitare ulteriormente l’attività, al netto invero dello smart working, di converso si potrebbe, e dovrebbe, incrementare la Dad per le scuole, per i prossimi 15 giorni, peraltro già ampiamente sperimentata e praticata attualmente in molte scuole primarie e medie, anche nel Comune di Frosinone.

Attendere l’ulteriore sviluppo e aumento del valore assoluto dell’indice RT del Capoluogo, in queste condizioni, avrebbe significato non tener conto della peculiarità del territorio e delle relative dinamiche geografiche e sociali, rincorrendo i problemi più che attuando soluzioni. Per questo, anche all’esito della riunione tenutasi con i dirigenti scolastici degli istituti comprensivi, abbiamo chiesto di permettere l’attivazione della Dad in tutte le scuole e gli istituti di istruzione del Capoluogo, con particolare riferimento alle scuole dell’infanzia e primarie, e alle medie inferiori, per i prossimi 15 giorni, ovvero per la durata della istituzione della fascia arancione. Da ultimo, per quanto attiene agli asili nido, risulta necessario, per lo stesso periodo di picco emergenziale, limitare l’ingresso alla popolazione residente solo nel comune di riferimento, evitando lo spostamento da un comune all’altro di minori e famiglie”.

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