FROSINONE – La voglia di fare le scale: il resoconto del convegno ASL a Montecassino
Un grande incontro di confronto fra istituzioni pubbliche, quello che si è svolto ieri a Montecassino.
Il convegno “La voglia di fare le scale”, pensato per la presentazione del progetto sulla gestione del rischio in sanità della Asl di Frosinone che segue il Modello Italiano per la Gestione del Rischio in Sanità MIGeRiS™ della Luiss Business School di Roma, è stata una riflessione sul ruolo delle istituzioni pubbliche, dello Stato.
Salutando la platea del primo convegno presenziale nella Sala San Benedetto dopo la pandemia, Dom Luigi Maria di Bussolo, monaco di Montecassino, ha ricordato a tutti i fondamenti della Regola di San Benedetto, la persona sempre al centro e la cura per i più fragili.
“Riflettere sulla sicurezza, sulla gestione del rischio in sanità, nell’Abbazia di Montecassino è più di un atto simbolico: è un momento di grazia e il luogo perfetto per dare avvio alla riflessione e al grande lavoro che ci aspetta – ha detto Pierpaola D’Alessandro, Direttore Generale della Asl di Frosinone, all’apertura del convegno – Oggi si comincia un percorso di ricostruzione, di messa in sicurezza delle cure. Un percorso faticoso, di due anni, che ci impegna tutti in prima persona, per un cambiamento culturale ed etico in grado di restituire dignità agli strumenti di gestione e controllo, fondati su un’assunzione di responsabilità a favore della comunità. Abbiamo nelle nostre mani la vita degli altri”.
Il Procuratore di Cassino, Luciano d’Emmanuele, ha sottolineato come durante la pandemia ci sia stata una significativa convergenza dell’attività istituzionale. D’Emmanuele si è congratulato per la scelta dell’Abbazia di Montecassino per riflettere sulla gestione del rischio in sanità.
Raffaele Oriani, Responsabile Custom Programs & Consulting Luiss Business School, ha spiegato come è nato MiGERIS, strumento pratico, aggiornato costantemente nel tempo, una guida per supportare le aziende nel rendere le cure sicure.
Quattro domande fondamentali: il modello già nel primo livello si occupa di documentazione sanitaria. Quale è il punto di vista degli infermieri italiani?
L’implementazione del modello si basa sulla fotografia dell’organizzazione. Cosa la professione medica ha fotografato nella fase pandemia e come la fotografia diviene essenziale per i cambiamenti?
La formazione ed il coinvolgimento dei professionisti sanitari nella sicurezza delle cure secondo il modello sono elementi essenziali, come si possono implementare in modo ed efficiente ed efficace?
L’impatto del modello sulla sala parto e nascita cosa cambia?
Quale ruolo potrebbero avere i cittadini e le organizzazioni civiche per il consolidamento e lo sviluppo del “Modello italiano per la gestione del rischio in sanità”?
A rispondere alle domande, il responsabile nazionale della Gestione del Rischio della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, Luigi Pais de Mori; Silvia Vaccari, presidente della Federazione Nazionale Collegi Ostetriche; Roberto Monaco, Segretario Generale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri; e Francesca Moccia, vicesegretario generale di CittadinanzaAttiva.
Che cos’è MIGeRiS™? Il Modello Italiano per la Gestione del Rischio in Sanità MIGeRiS™, realizzato da Luiss Business School, nato dallo studio, iniziato da circa 20 anni su 131 ospedali italiani, e dalla sperimentazione di un gruppo di lavoro, costituito da oltre settanta operatori per la sanità, come ha spiegato il professore Stefano Mezzopera, che lo coordina.
Come hanno ricordato nelle loro relazioni il Generale Roberto di Marco, ispettore per la sicurezza volo dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, l’Ammiraglio Riccardo Guarducci, ispettore di Sanità della Marina Militare e il Generale Sebastiano Fallo, vice-ispettore generale della Sanità militare, il sistema sanitario è un sistema complesso per diverse variabili: specificità dei singoli pazienti, complessità degli interventi, esperienze professionali multiple, modelli gestionali diversi, al pari di altri sistemi quali, ad esempio, la difesa militare.
Le parole-chiave che escono dal convegno di oggi sono: gestione integrata, trasversalità, competenza, sicurezza, uso dei cinque sensi, dare primato all’ascolto per, come dice la Regola di San Benedetto, prendersi cura.
“Abbiamo visto oggi una prospettiva alla fine delle scale – ha concluso Pierpaola D’Alessandro – anche se l’emergenza non è finita, l’incontro di oggi ci rende orgogliosi dell’apparato istituzionale italiano”.