ATINA – La caserma dei Carabinieri intitolata a Cesidio Socci

Alle ore 10:30 di oggi 30 novembre 2021 si è tenuta la cerimonia di “intitolazione” della sede della Stazione Carabinieri di Atina al Car. Medaglia di Bronzo al Valor Militare “alla memoria” Cesidio SOCCI. La cerimonia si è svolta alla presenza del Vice Comandante della Legione Carabinieri Lazio Col. Marco Turchi, del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Frosinone Colonnello Alfonso Pannone, del Prefetto S.E. Ernesto Liguori, delle massime Autorità civili, militari e religiose della Provincia.

La Caserma è stata intitolata al Carabiniere “Cesidio Socci”, originario di Settefrati (FR), insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare, poiché deceduto in servizio, a soli 26 anni, in Etiopia. Trasferito alla Legione Carabinieri di Torino e successivamente mobilitato per raggiungere il contingente italiano in Etiopia venne poi assegnato alla Compagnia Interna Carabinieri di Addis Abeba. Presso questo Comando prestò servizio fino al tragico 26 ottobre 1936, giorno in cui perse la vita in combattimento e, per il valore dimostrato, fu insignito della M.B.V.M. “alla memoria”.

La cerimonia è iniziata con un momento di raccoglimento in ricordo dei Caduti nell’adempimento del dovere e con l’esecuzione del silenzio d’ordinanza.

Dopo l’alzabandiera con l’esecuzione dell’Inno Nazionale suonato dalla Fanfara della Legione Allievi Carabinieri di Roma, veniva letta la preghiera del Carabiniere e successivamente la Sig.ra Simona Socci, pronipote dell’insignito e madrina della manifestazione, accompagnata dal Vice Comandante della Legione Carabinieri Lazio Colonnello Marco Turchi, dal Prefetto Ernesto Liguori, dal Sindaco di Atina Dott. Adolfo Valente e dal Colonnello Alfonso Pannone, ha scoperto la targa, dedicata al Carabiniere cui è intitolata la caserma, seguita dalla lettura della motivazione della concessione della medaglia: “Attaccato da preponderanti forze ribelli, reagiva con prontezza e valore per contenere la loro manovra avvolgente. Sopraffatto dal numero, si difendeva strenuamente a colpi di bombe a mano e di baionetta finché, colpito a morte, spirava con la serenità dei forti. Esempio di elevate virtù militari”.

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