FROSINONE – Legambiente: Il capoluogo sempre in fondo alla classifica dell’Ecosistema Urbano

Non stupisce che anche quest’anno il Rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente releghi Frosinone nella parte bassa della graduatoria. Il passaggio dal 72° al 78° posto fra i capoluoghi di provincia indica chiaramente che la strada da percorrere per un deciso miglioramento delle performance ambientali del capoluogo ciociaro è lunga e necessita di un impegno politico-amministrativo molto più robusto e fattuale di quanto visto in questi anni.
Le ben note criticità che da anni hanno portato Frosinone alla ribalta – in senso negativo – sono ancora lì, e giacciono irrisolte per una combinazione di motivi, certamente non tutti imputabili all’amministrazione comunale. Ci riferiamo a due indicatori in particolare: le concentrazioni medie di PM10 e l’indice di dispersione idrica. Il primo vede Frosinone al secondo posto dopo Avellino fra le città non padane con una media dei valori medi annui pari a 30 mcg/mc, mentre il secondo, nonostante un lieve miglioramento rispetto agli anni precedenti, rileva come ben il 62,5% dell’acqua immessa in rete vada perduta a causa dello stato pietoso in cui versa la rete idrica.
Anche l’indice sull’uso efficiente del suolo ottiene – la qual cosa non sorprende affatto – un punteggio da bassa classifica, peraltro in un contesto destinato a peggiorare alla luce delle recenti nuove anacronistiche colate di cemento che si stanno riversando sulla città e di quelle programmate per il prossimo futuro.
Ma è nel settore della mobilità che emergono i dati che più meritano di essere commentati. Tanto per cominciare, Frosinone si conferma la città italiana con il maggior numero di auto circolanti per abitante, incrementando ulteriormente l’indice da 78 a 80 auto/100 abitanti (dati ACI). Questo dato desolante fa il paio con il tasso bassissimo di utilizzo del trasporto pubblico urbano (14 viaggi/abitante/anno) e con la percezione comune che vede Frosinone come una città in cui viene sistematicamente scoraggiata ogni alternativa sostenibile all’auto privata. Peraltro, i dati relativi agli indici di ciclabilità dichiarati dagli uffici comunali (36 km di piste ciclabili e 13,55 metri equivalenti di infrastrutture ciclabili/100 abitanti) non solo stridono vistosamente con ciò che tutti i frusinati vedono con i loro occhi, ma sono anche in palese difformità con quanto riportato nel PUMS adottato dalla Giunta comunale, che parla di un’estensione attuale della rete di piste ciclabili pari a 3,3 km (piste peraltro che di fatto esistono quasi solo sulla carta). Altro dato sconcertante è quel “n.d.” riguardante i mq/abitante di isole pedonali: in questo caso la dissonanza che non possiamo non stigmatizzare si misura con la distanza esistente fra la propaganda del Sindaco (che, riferendosi alle isole pedonali domenicali in una parte di Via Aldo Moro e Corso della Repubblica, invita ad andare “a passeggio per due km per tutto l’anno”) e la realtà di una città in cui le auto la fanno da padrona ovunque e non c’è un solo metro quadrato di area pedonale permanente.
In sintesi, sulla base delle incongruenze rilevate e di alcuni dati francamente inverosimili forniti dall’Amministrazione comunale, c’è da chiedersi quanto più in basso si sarebbe classificata Frosinone nella graduatoria finale se tutti i dati inseriti avessero fotografato correttamente la realtà.

Legambiente – Il Cigno Frosinone
Stefano Ceccarelli

Potrebbero interessarti anche...