BOVILLE ERNICA – Polemiche su fondi anti-Covid e Dad, Perciballi chiarisce
Pandemia da Covid-19: l’Amministrazione comunale di Boville Ernica rende note le cifre ricevute dal Governo nazionale per il 2021, desumibili anche da una semplice lettura del bilancio comunale. E spiega perché non si è intervenuti prevedendo la Dad.
“Abbiamo visto in questi giorni far circolare ad arte cifre farneticanti, inerenti presunti trasferimenti di fondi Covid dallo Stato al Comune di Boville Ernica – le parole del sindaco Enzo Perciballi e dell’assessore al Bilancio Rocco Picarazzi -. Ma i numeri sono scritti nel Bilancio comunale e dicono altro. Dallo Stato per l’anno 2021 abbiamo ricevuto: 158 mila 845, 55 euro con il Fondo di solidarietà alimentare; 27 mila 84, 81 euro per lo sviluppo dei Servizi sociali; 42 mila 146, 28 euro come contributo Covid per la riduzione della Tari, la tassa sui rifiuti, per un totale di 228mila 76, 64 euro. La stessa cifra per la riduzione della Tari assegnata nel 2020 (42mila 146,28 euro) è stata utilizzata nel 2021. Si tratta di risorse che sono andate tutte a beneficio dei cittadini.
Proprio per questo motivo la nostra Amministrazione ha ritenuto opportuno impegnare anche soldi del Bilancio comunale: 11mila 786 euro come contributo al trasporto scolastico per la sanificazione e 5mila euro di spese Covid in generale. In questo caso parliamo di un totale di 16mila 786 euro. Ricapitolando, quindi, per l’emergenza Covid il nostro Ente ha avuto circa 228mila euro dallo Stato, tutti destinati agli aiuti alimentari e alla riduzione delle imposte, e quindi a favore dei cittadini e ha impegnato oltre 16mila euro del proprio Bilancio comunale. Tutto il resto riguarda trasferimenti ordinari che avvengono ogni anno, a prescindere dall’emergenza Covid, anch’essi già vincolati a una specifica destinazione”.
Sulla vicenda della scuola, il punto della situazione lo fanno il primo cittadino Perciballi e l’assessore all’Istruzione Anna Maria Fratarcangeli: “Abbiamo la responsabilità di amministrare nel rispetto delle leggi dello Stato, a garanzia e tutela dei diritti di tutti, compreso il diritto allo studio. Ecco perché abbiamo deciso di non intrometterci a gamba tesa sulla ripresa delle lezioni scolastiche dopo la pausa delle vacanze natalizie: quello che c’era da decidere lo ha deciso il Governo nazionale, su cui ricadono i poteri di gestione della pandemia. La nostra scelta di non intervenire con un’ordinanza che prevedesse la didattica a distanza è stata dettata dal decreto-legge governativo, il quale non dà alcun margine di discrezionalità alle amministrazioni locali, come dimostra il provvedimento del Tar Campania che, proprio nelle scorse ore, ha annullato l’ordinanza emanata dalla Regione Campania e ha disposto la riapertura di tutte le scuole con la didattica in presenza. Questa scelta non esclude la nostra preoccupazione per l’andamento della pandemia anche a livello cittadino, in linea con la tendenza nazionale media. Tuttavia, il protocollo stabilito dal Governo e diffuso dalla Asl di Frosinone prevede, anche nel caso del mondo della scuola, meccanismi di salvaguardia e tutela già resi noti che, allo stesso tempo, garantiscono il diritto allo studio ed eliminano discriminazioni, rappresentate soprattutto dal divario digitale. È appena il caso di evidenziare che la chiusura delle scuole quando tutti gli altri luoghi sono regolarmente aperti, renderebbe oltremodo vano lo sforzo. Anzi, la scuola ad oggi resta l’ambiente meno rischioso in quanto, alunni e docenti indossano per tutto il tempo dispositivi di protezione individuale. A noi compete l’onore e l’obbligo di Amministrare per il bene di tutti. Di conseguenza non possiamo permetterci di speculare sulle paure della gente per motivi propagandistici. Questo lusso è concesso ad altri. E noi glielo lasciamo volentieri”.