ARCE – Sentenza Mollicone, dopo le motivazioni il commento dei difensori di Suprano
L’Appuntato Francesco Suprano “non ha reso dichiarazioni false, né taciuto quanto a sua conoscenza”.
Queste le conclusioni dei Giudici della Corte di Assise di Cassino, nella sentenza di assoluzione resa al termine del lungo processo svolto nei confronti degli imputati per l’omicidio di Serena Mollicone, tra cui l’Appuntato Francesco Suprano, accusato del reato di favoreggiamento in omicidio.
I difensori del militare, avv.ti Cinzia Mancini ed Emiliano Germani sono pienamente soddisfatti delle motivazioni della sentenza, poiché coincidenti con quanto da sempre sostenuto dal loro assistito, circa l’estraneità ai fatti allo stesso contestati.
Le motivazioni della sentenza, inoltre, condividono su ogni punto la tesi avanzata nel dibattimento dalla difesa Suprano, precisando:
1) quanto alla presunta falsità dell’ordine di servizio n. 2 del 01/06/2001, paventata dalla accusa, che non solo non può ritenersi provata la falsità, ma in senso opposto, dalle risultanze dibattimentali è emersa la veridicità dello stesso, attraverso le dichiarazioni testimoniali, ulteriormente riscontrate dai tabulati telefonici, che dimostrano l’assenza di telefonate in entrata ed in uscita nella fascia oraria di svolgimento del servizio di pattuglia esterno.
2) I Giudici della Corte d’Assise di Cassino spiegano, ancora, dettagliatamente e con grande precisione che il Suprano, contrariamente alla ricostruzione dell’accusa, è estraneo al paventato occultamento della “porta”, considerata, sempre nell’ipotesi accusatoria, l’arma del delitto.
Ciò sia per ragioni temporali e logiche, sia per conferma dei testimoni, che per spiegazioni rese in tal senso dal Suprano, ben conosciute agli inquirenti; fermo restando, inoltre, che tale porta non è risultata essere l’arma del delitto.
In attesa delle scelte della Procura in ordine alla propria posizione, sia il Suprano che i suoi Avvocati Cinzia Mancini e d Emiliano Germani, continuano a confidare nel vaglio della Magistratura, già espresso in senso favorevole a tutti gli imputati.
Preme, infine, precisare che il silenzio mantenuto fin ora è stato motivato dal grande rispetto che un rappresentante delle Forze dell’Ordine, quale è il Suprano, ha avuto nei confronti della Magistratura requirente e giudicante, nonché verso i familiari della vittima e che viene esternato oggi, preso atto della chiare emergenze processuali e delle puntuali e precise motivazioni della sentenza di assoluzione.
Cinzia Mancini – Emiliano Germani
Avvocati difensori dell’Appuntato dei Carabinieri Francesco Suprano