FIUGGI – Comunali 2023, manifesti elettorali imbrattati da simboli fascisti e strappati: la denuncia di Festa

Manifesti elettorali imbrattati con simboli di matrice fascista e strappati da ignoti, assieme alle liste di ‘Scelgo Fiuggi’ e del Partito Comunista: è quanto denunciato in data odierna da uno dei candidati al rinnovo municipale di Fiuggi, Alberto Festa, che ha segnalato l’accaduto anche alle forze dell’ordine.
‘Condanno e mi aspetto la condanna unanime di questi imbecilli, senza alcuna esitazione e minimizzazione, da parte di tutte le forze politiche e sociali di Fiuggi. Mi aspetto – prosegue Festa – una conclusione della campagna elettorale che si fondi sul confronto e sui temi, una festa della democrazia nella quale si discuta intensamente il futuro della città e dalla quale siano definitivamente banditi termini e frasi come ‘troppa democrazia’, ‘stai zitta’, ‘vergogna’, ‘non merita risposta’ e ‘gente di fuori’. Frasi che purtroppo continuiamo ad ascoltare nei comizi e nei discorsi dell’amministrazione uscente. Noi vogliamo proseguire la campagna presentando proposte per la nostra città: rapporto contrattuale con il concessionario Treesse da rivedere; aggiornamento del regolamento delle entrate alla luce delle novità previste dalla legge di bilancio 2020; convocazione della Commissione paritetica per valutare eventuali profili di danno determinati dai disservizi dell’ultimo anno nei confronti dei cittadini e dell’ente e per approfondire possibilità di accesso alla rottamazione ed extracosti a carico dei cittadini in presenza di un concessionario privato; messa in sicurezza conti A.T.F. per piani di rilancio e tutela del bacino imbrifero. Sono solo alcuni punti del nostro programma, il nostro è un progetto civico, aperto ed inclusivo, che si presenta al servizio della città, senza false promesse, ma con proposte concrete e realizzabili che consentano alla nostra amata Fiuggi di perseguire la propria vocazione turistica assieme alle necessità del singolo cittadino e delle categorie tutte nell’interesse generale. Il confronto – conclude – si basi sulle proposte, non sulla denigrazione dell’avversario

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