SABAUDIA – Teatro, ‘Il giocatore’ di Dostoevskij rappresentato a maggio al ‘Fiamme Gialle’

“Anna Cappelli”, “Eneide. A sound film” e ancora “Lettere d’amore”, un racconto che attraversando il mito ha gettato lo sguardo sulla storia più recente: dal passato, in linea di continuità fino al presente, per rappresentare uno spaccato della società contemporanea, le sue convenzioni, le sue ipocrisie e il coraggio di disvelarle. Ma il capitolo conclusivo, sabato 4 maggio alle 21 al Teatro Fiamme Gialle Filippo Mondelli, di questa prima edizione di Parentesi quadre. Quattro sere a teatro, rassegna ideata e promossa dall’Associazione Pro Loco Sabaudia in collaborazione con il Comune di Sabaudia, è affidato a “Il giocatore”, pietra miliare della letteratura mondiale tra le pagine più autobiografiche di Dostoevskij, nella rilettura di Gigi Palla e Gabriela Praticò, per una produzione 2giga.

“Il giocatore” è testo esemplare per indagare il potere seduttivo del gioco: la penna di Dostoevskij scava nell’animo del protagonista per portare in superficie quasi l’inconsapevolezza dell’essere, sprofondato in un baratro da cui gli sarà impossibile uscire. In Aleksej il piacere del gioco sostituirà tutti gli altri piaceri, dominerà i suoi pensieri, e lo renderà estraneo a qualsiasi altra realtà che non sia quella del tavolo verde: al gioco sacrifica l’amore, gli affetti, la sua stessa dignità. Prigioniero di un mondo oscuro eppure pieno di luci che affascino e illudono, un mondo in cui, svanita l’ipocrisia, si rivela tutta la casualità della vita, dove il confine tra fallimento e trionfo lo stabilisce il rimbalzare di una pallina bianca e non c’è spazio per nessuna morale. Una vicenda in cui alla fine non c’è redenzione, ma solo la consapevolezza disillusa e divertita di chi ha accettato le regole del gioco.

L’aspetto interessante è che in Dostoevskij, incallito giocatore anche lui, manca qualsiasi riprovazione morale: il protagonista sembra quasi autoassolversi nella sua parabola autodistruttiva, anzi sembra vivere come inconsapevole questa dimensione di dipendente dal gioco. Una vera e propria radiografia letteraria del vizio, un’istantanea dei modi in cui il demone dell’azzardo può possedere uomini e donne di età, estrazione sociale e tempi diversi. Una discesa agli inferi, affidata a due soli interpreti, Gabriela Praticò il cui compito sarà di restituire le anime femminili che, al pari del gioco, travolgono in un modo o nell’altro Aleksej, interpretato da Gigi Palla, che dello spettacolo cura adattamento e regia. Lo spettacolo ha debuttato lo scorso gennaio al teatro Le Maschere di Roma. 

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero grazie al sostegno di attività ricettive e commerciali anche apparentemente concorrenti che hanno investito nella rassegna, concorrendo ad alimentare il dinamismo e favorire la crescita del tessuto culturale e sociale territoriale attraverso una programmazione teatrale in grado di generare molteplici esternalità, in cui interessi diversi si trovano a essere coinvolti, con ricadute positive per la qualità della vita della città e per le attività in essa presenti.

Potrebbero interessarti anche...