𝐒𝐎𝐑𝐀 – 𝐈𝐥 𝐌𝐨𝐯𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐒𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞 𝐓𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥’𝐈𝐍𝐏𝐒: 𝐂𝐨𝐬𝐢̀ 𝐞̀ 𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐥’𝐚𝐬𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚

Una delle gratificazioni che abbiamo noi del Movimento Civico Sanità e Territorio, e le tante altre persone impegnate nelle associazioni e nei movimenti, è che i cittadini, ad un certo punto, capiscono il valore del nostro impegno, e iniziano a cercarci per segnalare problemi vari che richiedono un intervento della politica e delle istituzioni.
Così, negli ultimi mesi abbiamo raccolto alcuni casi sparsi sull’intera provincia, che consideriamo molto gravi, riguardanti cittadini rivoltesi all’INPS che hanno avuto dall’Istituto risposte spesso al limite dell’assurdo.
Ne riportiamo di seguito alcuni di quelli più significativi ed eclatanti.
Un signore ha presentato domanda di invalidità civile che gli è stata respinta perché non aveva allegato il verbale attestante l’invalidità stessa. Ma tale verbale deve rilasciarlo proprio l’INPS.
Un altro signore ha presentato domanda di accompagno, ma ha ricevuto una respinta perché la commissione ha ritenuto che non spettasse. Tuttavia, una settimana dopo la respinta quel signore è morto.
Una signora ha presentato domanda di pensione, ma le è stata respinta perché nel tempo intercorso dalla presentazione della domanda alla erogazione ha comunicato il cambiamento del codice IBAN del suo conto corrente.
Un’altra signora, rimasta vedova agli inizi del 2023, ha presentato a suo tempo domanda di reversibilità, ma ad oggi non ha ancora ricevuto alcuna risposta.
Un’anziana signora di 75 anni si è rivolta ad un sindacato perché in stato di indigenza e l’operatore si accorge che non fruiva neanche dell’assegno sociale, spettante a 70 anni, di cui lei non sapeva niente e l’Istituto si era guardato bene dall’informarla.
Una persona invalida, che ha perduto un braccio per un incidente, per continuare a ricevere l’assegno d’invalidità si vede costretto tutti gli anni ad una “verifica” presso la commissione medica dell’Istituto, come se il braccio potesse ricrescere da un momento all’altro.
Un giovane che, a causa della devastante precarietà, si vede costretto a ricorrere alla Naspi (disoccupazione), la domanda viene respinta perché l’azienda presso cui ha lavorato per qualche mese “non ha versato i contributi”. Ma è la stessa INPS che deve, per legge, intervenire in caso di evasione contributiva.
Non è improbabile che a questa lunga serie di fatti, che ad una persona normale appaiono totalmente assurdi, l’INPS possa rispondere in punta di diritto, citando questo o quel decreto, quella tal legge o circolare.
Ma ciò non toglie che, visti nell’insieme, essi appaiano non come meri errori, sviste normative, disfunzioni organizzative o scherzi del sistema informatico, bensì un vero e proprio sistema per impedire il più possibile l’accesso alla previdenza e assistenza pubblica; una corsa ad ostacoli, una trappola, un groviglio di meschinità orditi per creare difficoltà a chi più ha bisogno. Una vergogna che grida vendetta.
E pensare che ci è stato anche segnalato il caso di una persona, che ha lavorato all’estero nel corso della propria vita lavorativa, la quale ha ricevuto una comunicazione dell’Istituto Previdenziale di quel paese per avvertirla che aveva dimenticato di presentare domanda di pensione…
Evidentemente, non tutto il mondo è paese.

Floriana Porretta
Presidente del Movimento Civico Sanità e Territorio