CORI – Una conferenza sull’Abbazia della Trinità
L’Abbazia della Trinità di Cori al centro della conferenza di sabato pomeriggio presso la Chiesa di San Tommaso da Cori. L’incontro è stato organizzato dalla Confraternita Santa Maria del Gonfalone di Cori, nell’ambito delle sue prerogative di ricerca e divulgazione di ciò che nel tempo le Confraternite e gli Ordini Religiosi hanno operato nel territorio.
L’Abbazia intitolata alla Trinità, i resti delle cui strutture sono ancora in parte visibili in località Abbadia era un Monastero Benedettino situato sulle montagne, lungo un tratturo che valicava la dorsale dei Lepini nei pressi del Monte Lupone e in passato metteva in collegamento la Marittima (oggi parte della pianura Pontina) con Montelanico e la valle del Sacco.
Le vicende dell’Abbazia della Trinità di Cori sono note attraverso le fonti storiche a partire dall’inizio del XII fino alla seconda metà del XVI secolo. Queste consentono di ipotizzare che l’Abbazia della Trinità svolgesse le proprie funzioni almeno fino al tardo duecento, e in questo periodo incorporò nelle sue proprietà la chiesa di Santa Maria del Monte, posta entro la città di Cori dove attualmente vi è la Chiesa di San Pietro e Paolo.
Nel 1288, ormai deserta e senza più vita, con tutti i sui beni, venne incorporata al Monastero di Sant’Angelo sopra Ninfa (Santa Maria al Monte Mirteto). La concessione del Monastero della Trinità a Sant’Angelo, fu confermata due anni dopo dal pontefice Niccolò IV.
Ogni anno la Confraternita Santa Maria del Gonfalone di Cori prepara un convegno su ciò che è avvenuto in passato, su personaggi autorevoli, fatti avvenuti a Cori, su argomenti prettamente religiosi o socio-religiosi. Dopo l’introduzione del prof. Pio Francesco Pistilli – Sapienza, Università di Roma; Gioacchino Belli – Direttore di Latium – ha approfondito il tema dell’economia locale pastorale che ruotava intorno all’Abbazia; l’archeologo Giovanni Barco ha invece illustrato il suo studio archeologico del sito dell’Abbadia.