FROSINONE – Atto Aziendale AL, preoccupazioni dai sindacati ‘sanitari’

L’approvazione dell’Atto Aziendale della Asl di Frosinone,varato in contrasto con il parere di ampia parte degli addetti ai lavori, di molti amministratori ed in assenza  del benché  minimo confronto  con le scriventi O.O.S.S., lascia perplessi poichè si ritiene che non possa  rappresentare uno strumento  valido per gestire le complesse problematiche  assistenziali del nostro territorio .
La situazione di grave disagio, sia del personale sanitario che soprattutto dei cittadini/utenti costretti a sempre più frequenti e costosi migrazioni sanitarie –veri e propri viaggi della speranza – non è sembrato evidentemente un  problema da risolvere.
L’Atto Aziendale approvato, infatti non solo non scalfisce il cumulo di problemi che il sistema sanitario della nostra provincia soffre da tempo ma con ogni probabilità lo aggraverà.

Alcuni dati esemplificativi:
Il numero  complessivo dei posti letto, notoriamente già al di sotto della media prevista dai LEA, è stato ulteriormente ridotto  a 2,8 p.l. circa per 1000 abitanti, tra acuti e post acuti, anziché i 3,7 previsti dalla legge nazionale (3,0 acuti – 0,7 post acuti).  Mancano quindi 500 posti letto  che avrebbero potuto  sicuramente ridurre le problematiche dei vari  pronto soccorso. Diretta  conseguenza  di tale bassa consistenza di posti letto è stata poi la riduzione  delle strutture complesse ospedaliere  e territoriali, rispetto ai parametri descritti nelle linee guida (1 S.C. ogni 17,5 posti letto) .
Mentre  si intravede nell’Atto  un minimo  tentativo di realizzare  una gestione delle malattie croniche ,espresso in forma embrionaria dalle Case della salute ,rileviamo invece  la forte carenza progettuale per quanto riguarda  l’area assistenziale per acuti. Nello specifico  si verificherà :
Il depotenziamento dell’Ospedale di Frosinone per quanto riguarda diverse aree  assistenziali fondamentali quali ad es. la ORL (Otorinolaringoiatria) che rimarrà localizzata a Cassino ; la struttura dello Spaziani   sarà  invece operativa solo dal lunedì al venerdì e non in orari notturni- potrà verificarsi il caso che un paziente di Acuto dovrà essere trasferito a Cassino anche per un semplice intervento per sanguinamento nasale .
.Per quanti riguarda l’area assistenziale della Dermatologia  rileviamo come tale  disciplina risulti cancellata nell’atto  con inevitabili ripercussioni negative  per i pazienti  con patologie acute che afferiscono ai pronto soccorsi.
Risulterebbero essere state ridotti  presso il reparto di  Rianimazione di Frosinone 2 degli 8 p.l.  ;  in considerazione anche della prevista disattivazione dei 4 ppll presenti presso il presidio di Alatri  sono prevedibili  forti criticità in questa area assistenziale.
Lo stesso Ospedale  di Cassino poi  vedrà  la perdita  di un reparto  fondamentale ed irrinunciabile  quale la Medicina generale, trasformata inspiegabilmente  in una “Unità operativa  ad  indirizzo pneumologico”, che potrebbe non  essere in grado di assicurare interventi assistenziali congrui  a pazienti medici  con altre patologie.
Nel presidio di Alatri notiamo poi come  la identificazione  di una   struttura complessa  di chirurgia  appaia  poco realistica  anche  in ragione  delle carenze strutturali di tale presidio  sintetizzabili  nella mancanza di un reparto di rianimazione come anche la attuale  problematica collocazione  funzionale del reparto di lungodegenza medica.
Per quanto riguarda il Dipartimento di Prevenzione  lo stesso risulta destrutturato  rispetto alla normativa vigente  essendo stato  operato un accorpamento di attività specialistiche differenti e non omogenee..
Ad esempio si verificherà il caso  che la Struttura di Igiene degli Alimenti potrà essere gestita  da un veterinario o al contrario che quella corrispondente  all’Ispezione degli Alimenti di origine animale potrà far capo ad un medico.
Tali confusione di competenze genererà nocumento per quanto riguarda la sicurezza alimentare la tutela del patrimonio zootecnico e della salute pubblica.
-Si tratta solo di alcuni esempi di come l’Atto aziendale non migliori, anzi,possa  peggiorare lo stato sanitario del nostro territorio.
Non si riscontrano infatti  nell’Atto idee o indirizzi programmatori che possano essere utili a invertire una lunga tendenza negativa infatti questo Atto non servirà ad affrontare il maggiore dei nostri problemi, quello della mobilità passiva, pari a oltre  oltre il 50% assai costosa per la nostra popolazione e obiettivo primo di una  reale razionalizzazione.
.Abbiamo registrato l’interesse progettuale per isolati settori, scarsamente coinvolti nei bisogni assistenziali della  nostra popolazione, come la medicina penitenziaria, mentre, al contempo, nessun atto rilevante si intravede per quelle aree come l’emergenza/urgenza  e per le attività sanitarie  fonte di migrazione  sanitaria.
Crediamo in sintesi che non sia stata perseguita un adeguata programmazione sanitaria in grado di fornire risposte congrue  ai bisogni assistenziali  della popolazione.
Osservando come le scelte  strategiche poste in essere a livello regionale come a livello locale configurino un ruolo di sostanziale subalternità  di questo territorio in campo sanitario  rispetto ad altre  area regionali  le sottoscritte OOSS esprimono una sostanziale disapprovazione  dell’ Atto medesimo riservandosi di intraprendere  ogni ulteriore iniziativa utile al miglioramento della Sanità pubblica locale e a tutela dei  lavoratori coinvolti.

FP CGIL medici
CISL medici
UIL FPL
ANAAO
CIMO
FVM
UGL sanità

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