SAN BENEDETTO DEI MARSI – Faida tra pusher locali, arrestati in 4
Avevano creato un vero e proprio sistema delinquenziale basato sulla differenziazione dei reati, dal furto alla ricettazione, dallo spaccio di sostanze stupefacenti all’intimidazione dei concorrenti e della clientela in mora con i pagamenti, posta in essere tramite incendi e danneggiamenti che avevano gettato panico e allarme tra la popolazione di San Benedetto dei Marsi: eseguita un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di quattro giovani della cittadina fucense.
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Avezzano unitamente ai colleghi della Stazione di San Benedetto dei Marsi e rinforzi provenienti da altri reparti della Compagnia di Avezzano, nelle prime ore del mattino del 1 giugno 2015, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Avezzano, D.ssa Francesca Proietti, su richiesta del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Avezzano, Dr. Roberto Savelli, titolare del relativo procedimento penale.
I fatti:
Nell’estate del 2014, San Benedetto dei Marsi fu teatro di una serie di incendi ed atti vandalici commessi ai danni di veicoli di residenti. L’anno precedente il Comune fucense era stato già teatro di ulteriori roghi che avevano interessato immobili e veicoli. Tali eventi, unitamente ad una serie di furti perpetrati nel centro marsicano e nei comuni limitrofi, avevano suscitato un grave e persistente allarme sociale nella popolazione la quale, a gran voce, spesso puntando il dito contro gli extracomunitari lì domiciliati, invocava maggiori controlli e più sicurezza. La massiccia presenza dell’Arma nel centro marsicano venne da subito garantita oltre che dalla locale Stazione, da specifici rinforzi, ed affiancata da una specifica indagine dei Carabinieri del N.O.R.M della Compagnia di Avezzano che, da subito, mise in relazione i roghi del 2014 con gli analoghi avvenimenti verificatisi nello stesso centro durante l’estate dell’anno precedente.
Le acquisizioni info-investigative facevano quindi emergere che dietro tali apparenti atti vandalici, vi fosse qualcosa di più complesso, una sorta di faida tra spacciatori locali, una serie di vendette e ritorsioni trasversali tra soggetti in lotta per la gestione dell’illecito mercato locale. Immediatamente venivano riscontati elementi di conferma: a San Benedetto dei Marsi, un gruppo di soggetti, dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, stava punendo la concorrenza e la clientela non puntuale con i pagamenti, bruciandone le automobili.
Ben cinque i roghi, provocati in piena notte, eseguiti con precisione chirurgica e senza lasciare nessuna traccia, attenzioni che però non sono bastate a far rimanere ignoti gli autori, l’individuazione dei quali tuttavia ha comportato difficoltà dovute all’omertà dimostrata in primo luogo dalle stesse vittime, le quali, se da una parte invocavano giustizia a gran voce, dall’altra non collaboravano.
Sotto la lente di ingrandimento è finita l’attività di C.E. e C.I. fratelli e commercianti di San Benedetto, rispettivamente di 29 e 26 anni. Il loro coinvolgimento diretto nei roghi si è rivelato però solo il coperchio del “vaso di Pandora”: i due, operanti in stretta collaborazione con extracomunitari della zona, già attenzionati e arrestati durante l’estate scorsa dai Carabinieri della Stazione di San Benedetto dei Marsi quali autori di più di venti furti perpetrati su autovetture ed abitazioni, erano impulso e direttivo di una fittissima attività delinquenziale che si estendeva dallo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish, al furto e alla ricettazione della refurtiva. Vittime di questi reati contro il patrimonio erano commercianti e cittadini di San Benedetto e di Comuni limitrofi, e gli obiettivi principali erano biciclette sportive professionali di alto valore, apparecchiature elettroniche, attrezzature agricole e veicoli da lavoro, come trattori e rimorchi, da smontare e riciclare. I proventi di tali attività erano riversati nell’approvvigionamento dello stupefacente da smerciare tra abituali, e spesso insospettabili, clienti gravitanti in quei Comuni. Ben 39 sono stati gli episodi di spaccio rilevati dai Carabinieri.
L’attività investigativa non si è esaurita con la captazione delle responsabilità degli incendiari, ma venivano approfonditi anche reati commessi da alcune delle vittime dei roghi e da persone a questi legate: a finire nei guai erano quindi anche B.P. 30enne commerciante di San Benedetto dei Marsi, già arrestato ad Avezzano durante le prime fasi investigative, in quanto trovato in possesso di un consistente quantitativo di cocaina, e D.L. 32enne già conosciuto dai carabinieri della locale Stazione per precedenti indagini in materia di stupefacenti, colpiti anch’essi dalle odierne misure cautelari. Per entrambi venivano raccolti consistenti elementi di prova volti a dimostrarne l’attuale l’attività di spaccio.
Le misure:
La misura emessa dal G.I.P. del Tribunale di Avezzano ha previsto l’esecuzione della custodia cautelare in carcere nei confronti di C.I. e C.E., della custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di D.L. e dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per B.P., a coronamento di un’attività d’indagine che ha portato alla denuncia di 12 soggetti complessivi, coinvolti a vario titolo.
Durante le fasi esecutive dell’arresto, i due fratelli, sottoposti a perquisizione personale e domiciliare, sono stati trovati in possesso di un ingente quantitativo di materiale di dubbia provenienza, attrezzi agricoli, materiale elettrico e da costruzione, risultati provento di furto e per il quale sono in corso accertamenti per l’individuazione dei legittimi proprietari.