ROMA – In difesa della famiglia tradizionale contro Marino e Zingaretti
“A pochi mesi dal Giubileo la Capitale è ridotta a una pattumiera a cielo aperto, quel che rimane del sindaco Marino scende in piazza al Gay Pride tra chiappe e oscenità, la Regione Lazio e Zingaretti poi continuano con l’ossessione della cultura gender. Un concetto che non esiste ma che il centrosinistra vuole continuare a mettere al centro del dibattito al fine di celare le reali problematiche del nostro territorio e il loro già lampante immobilismo. Ecco arrivare quindi l’Attestato per i comuni Gender Friendly”, così in una nota Fabrizio Santori (nella foto), consigliere regionale del Lazio, che aderirà alla manifestazione Difendiamo la Famiglia prevista per sabato 20 giugno alle ore 15,30 in Piazza San Giovanni.
“Non è bastata la polemica, che ha visto addirittura l’intervento del prefetto per cancellare le unioni civili contratte all’estero e trascritte dall’amministrazione capitolina, a far desistere il sindaco da questa furia ossessiva nei riguardi dei diritti LGTB. Ed ecco allora che dopo i corsi per i dipendenti comunali, un’applicazione smarthphone dedicata ai turisti omo, le ferie matrimoniali concesse da Atac per un dipendente gay e le scuole che aboliscono la festa della mamma e del papà, Marino continua a portare avanti il suo piano distruttivo che dimentica la famiglia tradizionale che continua ad essere salassata su nidi e infanzia senza uno straccio di considerazione istituzionale. Ora Zingaretti, con la posizione ufficiale di voler tutelare le pari opportunità tra uomo e donna, si inventa anche l’Attestazione di Comune alla Pari come sistema di valutazione premiale, che non vorremmo però fosse un modo sopraffine per condizionare gli Enti Locali nell’aderire alle iniziative gender promosse dalla Regione. Infatti la giunta regionale, ossessionata dagli omosessuali, ha recentemente approvato un atto avente per oggetto “Conferimento di “Attestazione di Genere” (Gender Friendly) agli enti locali che realizzano interventi a garanzia del rispetto delle pari opportunità”, conclude Santori.