CORI – Il Tar respinge il ricorso del Consorzio Nazionale Servizicontro il Comune

Il TAR del Lazio di Latina ha respinto il ricorso presentato dal Consorzio Nazionale Servizi Soc. Coop. a.r.l. contro il Comune di Cori, accogliendo in toto la linea difensiva dell’Amministrazione comunale. L’Ente lepino dunque dovrà pagare al CNS un importo revisionale di soli  65.806,97 €, IVA compresa, a fronte dei complessivi 555.499,16 € richiesti in tribunale, dopo l’iniziale richiesta al Comune che superava gli 850mila euro.
Il CNS si era aggiudicato l’appalto bandito dal Comune di Cori nel 2006 per il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e assimilati e dei servizi complementari (raccolta differenziata) di igiene urbana per il periodo compreso tra l’1.12.2006 e il 30.11.2011, successivamente prorogato fino al 30.6.2013, per un corrispettivo di € 497.500 all’anno, Iva esclusa.
L’11 Ottobre 2013 il CNS si è rivolto al TAR di Latina chiedendo il riconoscimento dell’aggiornamento del canone per complessivi 555.499,16 €, dopo averne richiesti al Comune oltre 850mila, e l’annullamento degli atti con i quali la Giunta Municipale di Cori nel 2013 ha approvato la revisione del canone Novembre 2006 – Maggio 2013 quantificando l’importo revisionale in 65.809,97 € , comprensivi dell’IVA, previa relazione tecnica contabile che indicava un limite massimo di revisione pari a 168.387,52 €, Iva inclusa.
“Le motivazioni dell’infondatezza del ricorso del CNS indicate in sentenza dal giudice amministrativo sono in sostanza le stesse da noi sostenute in Giunta e poi ribadite in aula – commenta il Sindaco Tommaso Conti (nella foto) – mancando al riguardo la rilevazione ISTAT prevista dalla legge, abbiamo operato la revisione periodica del prezzo del servizio in questione in base all’indice di variazione dei prezzi per la famiglie degli operai e degli impiegati (c.d. Indice F.O.I.), come sostenuto dal Consiglio di Stato”.
“Questo era il modo migliore per compensare l’aumento medio dei costi subito dal CNS negli anni e al contempo  tutelare gli interessi pubblici – spiega il primo cittadino – evitando che il corrispettivo del contratto di durata subisse aumenti incontrollati nel corso del tempo, stravolgendo le previsioni iniziali alla base della stipulazione. Abbiamo resistito alle assurde pretese del CNS – conclude Tommaso Conti – alla fine ottenendo ragione, anche di fronte alla tracotanza con cui ci venivano avanzate”.

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