CASSINO – Confimprese presente all’evento Strette di Mano

Confronto, riflessioni, testimonianze e, soprattutto, proposte concrete per aiutare le micro e piccole imprese. Tre giorni intensi che hanno visto il susseguirsi di ospiti illustri pronti a discutere dei temi al centro dei focus tematici organizzati nella tensostruttura all’interno del “Villaggio delle Imprese” nell’ambito dell’evento “Strette di Mano”.
La manifestazione organizzata da ConfimpreseItalia nella villa comunale di Cassino è stata molto più di una festa e di una vetrina, come ha auspicato fin dall’esordio il presidente Guido D’Amico, la kermesse si è rivelata un laboratorio progettuale importante.
Tante le proposte avanzate nel corso della manifestazione: dalla creazione di Durc temporanei per aiutare le aziende che non hanno potuto rinegoziare il debito alla richiesta di incrementare la digitalizzazione che rappresenta un punto fondamentale per il Paese.
Ma nel corso degli appuntamenti è stata posta l’attenzione anche sulla necessità di tutelare il made in Italy e proteggere i prodotti agroalimentari dalla contraffazione, ma soprattutto costruire un comitato che possa partecipare, con le proprie istanze, al tavolo per il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti. È questa la proposta lanciata sabato sera dal palco di “Strette di Mano”.
Il nemico più subdolo è rappresentato dal mercato della contraffazione che “brucia” circa 60 miliardi di euro di fatturato come ha evidenziato l’onorevole Dorina Bianchi membro della XIII commissione Agricoltura della Camera intervenuta al Focus moderato dal giornalista di enogastronomia Fabio Turchetti. Nel corso del dibattito che ha visto la partecipazione di tanti ospiti che hanno portato il proprio contributo è emersa a chiare lettere la proposta di ConfimpreseItalia per la difesa del Made in Italy enogastronomico da ogni forma di contraffazione e per la garanzia della tracciabilità dei prodotti. “La contraffazione va a toccare soprattutto i grandi marchi come il parmigiano, il prosciutto, il pecorino, l’olio e il pomodoro. Una problematica che tocca soprattutto l’agricoltura industriale, si deve intervenire con una legislazione ad hoc che possa tutelare anche il nome del prodotto e impedire che si possano commercializzare alimenti che richiamino anche nel nome specialità propriamente italiane. Il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti aprirà scenari nuovi che potrebbero mettere a rischio le specificità e anche la tracciabilità dei prodotti. Soprattutto abbattendo i limiti in termini di import ed export. Questo significa che domani quella che, per noi oggi, è contraffazione potrebbe diventare una produzione delocalizzata per quanto riguarda la materia prima e poi trasformata in Italia. Per esempio, un prosciutto a marchio italiano potrebbe essere fatto con carni allevate in sud Africa oppure in America. Sono difficoltà che hanno bisogno di analisi specifica. La nostra proposta è fare un comitato che possa intervenire durante la discussione di questo trattato”.
Salvaguardare il marchio Italia è l’obiettivo che si è posto ConfimpreseItalia che ha ribadito che internazionalizzazione non significa delocalizzazione ma apertura consapevole verso nuovi mercati.
I prodotti del vero “made in Italy” sono stati degustati dai tanti ospiti e delegati della kermesse. I prodotti sono stati proposti da Mc Food & Heat in collaborazione con l’Istituto Alberghiero di Cassino.
La tre giorni di eventi si è conclusa ieri mattina con l’Assemblea Generale di ConfimpreseItalia e la sottoscrizione del “Patto per il Lavoro”.

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