SORA – Italiani abbandonati, riflessioni di Martina Sperduti

Il 4 Febbraio è la giornata individuata per ricordare quanti nella lotta alla sopravvivenza quotidiana, abbandonati a se stessi da istituzioni e politica, scelgono di porre fine alla propria vita non vedendo davanti a sé altre soluzioni e non trovando più un senso razionale alla loro esistenza tormentata. I dati sulle nuove povertà sono sconfortanti e gli italiani che scelgono di farla finita non si contano più. Italiani, gente alle prese con sacrifici sempre più rilevanti al punto da rendere, a volte, impossibile proseguire a vivere. E così, accanto al formale bollettino dei protesti prende corpo un bollettino dei suicidi di piccoli imprenditori, disoccupati, pensionati disperati e provati dalle difficoltà quotidiane che diventano insostenibili. Togliersi la vita è un atto estremo di autolesionismo che assume di significato specifico di protesta della pressione fiscale e della brutalità del potere. Tali gesti estremi rappresentano una sconfitta della società, un punto di non ritorno della democrazia. Non trovano mai una reale soluzione le rivendicazioni di disoccupati, precari, piccoli imprenditori traditi dall’art. 1 della Costituzione che nell’affermare che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sula lavoro non dice quando verranno gettate realmente le fondamento di quel principio. Né si può pensare che mobilità, flessibilità, cassa integrazione, occupazione occasionale possano rappresentare la panacea contro le problematiche della crisi e della mancanza di lavoro. Per un uomo la perdita del lavoro rappresenta una sconfitta totale, una perdita di dignità, una ferita insanabile dell’anima.
Martina Sperduti

Responsabile Nazionale SUAV

Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale

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