FROSINONE – Poche piogge, Coldiretti: Costretti ad aprire in anticipo la stagione irrigua
“La situazione è critica. E nei prossimi giorni potrebbe precipitare. Siamo costretti, a causa dell’anomalo andamento stagionale, ad aprire in anticipo la stagione irrigua”. Vinicio Savone (nella foto), presidente del Consorzio di Bonifica di Anagni, con una decisione condivisa con il consiglio di amministrazione, ha voluto dare una risposta concreta e immediata ai tanti imprenditori agricoli e allevatori che proprio in questo periodo devono seminare erba medica e mais destinati a foraggiare il bestiame. “I terreni, a causa della scarsa piovosità e delle alte temperature registrate nel primo trimestre, sono aridi. Seminare sulla terra non adeguatamente umida sarebbe costoso e soprattutto improduttivo. Sarebbe, anche dal punto di vista economico, un investimento a perdere. Così, mancando acqua piovana, dobbiamo necessariamente sopperire con le riserve consortili, per cui già da questa settimana tutti i nostri impianti di distribuzione – annuncia Savone – entreranno a regime”. Una situazione che, in caso di prolungata assenza di piogge, è destinata ad aggravarsi, proiettando il sistema produttivo locale, nella sua interezza, verso un lungo periodo di siccità e di inevitabile razionamento delle riserve idriche necessarie alla conduzione delle attività agricole e al buon andamento delle aziende manifatturiere insediate nel perimetro di competenza della Bonifica di Anagni. Un delicato contesto di criticità e di emergenze che rischia di costare molto caro soprattutto alle aziende zootecniche, costrette ad un doppio supplemento di spesa sia per irrigare le coltivazioni, sia per alimentare il bestiame. “In attesa infatti che arrivi a maturazione il mais seminato sui poderi aziendali, gli allevatori – spiega Savone nella sua veste di presidente della federazione della Coldiretti di Frosinone – dovranno giocoforza approvvigionarsi dal mercato del fieno e degli altri foraggi per gli animali. Spese impreviste, che aggiunte alla continua erosione del prezzo corrisposto ai produttori per il latte alla stalla, rischiano di affossare un settore che da sempre è il fiore all’occhiello dell’economia agricola provinciale”.