TEVEROLA – Lavori non effettuati al cimitero, un danno al Comune da 620.000 euro

“E’ stato certificato un danno nei confronti dell’Ente comunale di circa 620mila euro”. E’ il sindaco di Teverola, Dario Di Matteo (foto), a svelare una indagine effettuata dalla Guardia di Finanza di Napoli e dalla Corte dei Conti sui lavori effettuati tra il 2004 e il 2005 in occasione del primo ampliamento del cimitero comunale. Tutta la documentazione che è stata quindi prelevata dal Municipio teverolese dalle fiamme gialle nei mesi scorsi ha portato a scoprire che “sulla carta sono stati effettuati dei lavori al cimitero – rivela il primo cittadino – che in realtà però non sono mai avvenuti. E nonostante ciò risultano regolarmente pagati dalla vecchia amministrazione comunale. In pratica ci sono interventi da 620mila euro pagati dalla cittadinanza e mai eseguiti”. Secondo quanto raccolto dalla Guardia di Finanza di Napoli nelle offerte migliorative, che hanno permesso alla ditta di aggiudicarsi l’appalto, c’erano dei lavori che poi, ad oggi, non esistono al cimitero: “C’è addirittura il 43% di opere in meno realizzate rispetto alle offerte migliorative presentate a base di gara che erano state presentate dal concessionario – sbotta Di Matteo – e per questo motivo non possiamo assolutamente stare a guardare e già ci siamo attivati per fare luce sull’accaduto”. Le fiamme gialle hanno depositato una Ctu, cioè una consulenza tecnica, che, dettagliatamente indica come dovrebbe essere il cimitero in seguito ai lavori ed invece come è adesso: “Questo ci permette di capire dove possiamo intervenire – continua il sindaco – perché non possiamo permetterci di lavorare su suoli che dovrebbero già essere occupati anche perché potremmo andare incontro ad un inquinamento delle indagini. Adesso con gli uffici competenti cercheremo di recuperare le somme che vantiamo. Darò mandato agli uffici, all’Area tecnica e al segretario comunale di individuare l’attività più conveniente per l’Ente per vincere questa battaglia. E spero vivamente che la ditta non sia già fallita”.

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