REGIONE – Fermo pesca nel Tirreno, le preoccupazioni di Coldiretti
Stop al pesce fresco a tavola per l’avvio del fermo pesca che porta al blocco delle attività della flotta da pesca lungo lo Ionio, il Tirreno e il mar Ligure, da Brindisi ad Imperia per 30 giorni consecutivi, fino al 16 ottobre. A darne notizia è Coldiretti Impresapesca. In un paese dove 2 pesci consumati su 3 sono stranieri, con il fermo biologico – sottolinea Coldiretti – aumenta il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato, se non si tratta di quello fresco italiano proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale garantita dalle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare. In questo momento peraltro – aggiunge Coldiretti – il fermo è in vigore anche nell’Adriatico da Pesaro a Bari fino al 26 settembre. Secondo una indagine Coldiretti/Ixè più di un italiano su tre non conosce il fermo pesca, con il 19% degli intervistati che ritiene diminuisca l’offerta di pesce, il 18% non teme nessuna conseguenza, il 12% è preoccupato per gli eventuali aumenti di prezzo mentre il 9% pensa che arriverà più pesce straniero. Il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono indicate dal Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma ci si può rivolgere, per acquistare pesce fresco, anche alla filiera corta che Coldiretti ha avviato presso la rete dei mercati di Campagna Amica. Resta il fatto – denuncia Coldiretti Impresapesca – che l’attuale format del fermo pesca, inaugurato esattamente 30 anni fa, ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato, poiché non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo, mentre per la maggior parte delle altre si verifica in date differenti. Da qui la proposta di Coldiretti Impresapesca di differenziare il blocco delle attività a seconda delle specie, mentre le imprese ittiche potrebbero scegliere ciascuna quando fermarsi in un periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 ottobre.