CECCANO – Il Comune adotta la ‘Messa in prova’,
L’idea di Mario Sodani (nella foto) e Stefano Gizzi, rispettivamente Assessori alla Pubblica Istruzione ed alla Cultura, condivisa anche dal Consigliere Marco Mizzoni, di fare in modo che il Comune di Ceccano si attivasse per percorsi di risocializzazione e reinserimento alternativo per autori di reati di minore allarme sociale, ha accolto il favore della Giunta comunale. Armonizzandosi alle importanti novità introdotte nell’ordinamento penale, l’esecutivo di Palazzo Antonelli ha voluto essere tra i primi in provincia a redigere una convenzione “ad hoc” con il Ministero della Giustizia per sostenere la sospensione di procedimenti utilizzando l’istituto della cosiddetta “messa alla prova”, ieri rivolta solo ad imputati minorenni ed oggi anche ai maggiorenni,. Sodani conferma infatti che “da tempo stavamo seguendo le modalità per procedere a questa delicata istruttoria e essendo stati, in questo caso, anticipatori dei termini, non possiamo che restare sorpresi constatando invece le tardive rincorse che una certa opposizione mette in atto, tentando di attribuirsi meriti davvero non propri”. Per Sodani l’impegno corale della Giunta “è stato condiviso, dopo una precisa analisi che ha richiesto tempo, proprio per evitare passi falsi e sviluppare concretamente un programma di trattamento necessario per consentire agli accusati che verranno coinvolti, di poter riparare alle loro condotte attraverso azioni risarcitorie che, nello specifico, prevedono lo svolgimento di lavori di pubblica utilità non retribuiti ed in favore dell’intera comunità”. Naturalmente, precisa Sodani, “tali attività lavorative potranno essere svolte dopo che il programma di trattamento sarà elaborato d’intesa con l’U.E.P.E., ossia l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna, e dovrà comprendere tutte le prescrizioni per la cosiddetta ‘messa alla prova’: da quelle relative a lavori di pubblica utilità con le relative prescrizioni comportamentali, a quelle riguardanti condotte riparatorie e risarcitorie, volte ad eliminare o ad attenuare le conseguenze del reato, comprese quelle riguardanti le possibilità di una eventuale mediazione con le persone offese dai reati”. Per la Giunta Caligiore questo è un segnale dei tempi, ma anche un segnale di grande responsabilità che, comunque, dovrà necessariamente essere condivisa, soprattutto da coloro che di queste misure andranno a giovarsi e che, stando alla convenzione deliberata dall’esecutivo, riguarderanno un massimo di quattro persone che, come condanna, si troveranno a prestare la loro attività lavorativa compensativa e non retribuita per operazioni di manutenzione del verde pubblico e di custodia sia del parco di Castel Sindici che del complesso sportivo di Passo del Cardinale.