CORI – La Trattoria da Checco ‘celebrata’ dalla Guida Espresso 2017

La ristorazione corese si riconferma sulle pagine delle prestigiose guide italiane di settore. Per il 5° anno consecutivo la nuova Guida I Ristoranti d’Italia 2017 de L’Espresso ha incluso la Trattoria Da Checco dello chef Luca Zerilli tra le migliori trattorie italiane. La trattoria in generale, da sempre custode della tradizione, è una realtà sempre più al passo coi tempi, pur conservando le proprie peculiarità.

La Trattoria Da Checco ha più di 100 anni e ai suoi tavoli si sono seduti illustri personaggi politici italiani. Dagli anni ‘90 è gestita da Luca Zerilli, chef affermato in ambito nazionale, che ha saputo coniugare storia, gusto ed ambientazione, lasciando intatto il legame con la città. I piatti del vecchio Checco sono arricchiti da pietanze tipiche coresi e sue personali, accompagnate dai vini locali.

La 39^ edizione della Guida curata da Enzo Vizzari ha evidenziato come punti di forza della Trattoria Da Checco il rapporto qualità/prezzo e l’ampia varietà di scelta nel menù. Non è sfuggita agli esperti la storicità della struttura “dove la sostanza stravince sulla forma” e la simpatia del personale “che soddisfa appetiti di ogni genere con fare ecumenico”.

La Guida de L’Espresso fotografa l’eccellenza della ristorazione italiana rappresentata da 2700 locali selezionati, di cui 2000 recensiti. Sono questi i ristoranti dove correre a mangiare. Tra di loro la Trattoria Da Checco a Cori, che già nel 2014 aveva ottenuto il Certificato di Eccellenza TripAdvisor per aver fatto il pieno di recensioni positive sulla famosa bussola digitale dei viaggiatori di tutto il mondo.

Altra menzione è giunta da LifeStyle Food Lazio, l’inserto del magazine femminile Donna Moderna, che ha inserito la Trattaria Da Checco tra I Piaceri per Occhi e Palato, definendola “un gioioso appuntamento con la migliore cucina tipica … che offre raffinate atmosfere, genuini sapori e pregiati vini nelle tre belle sale, come nel romantico giardino con vista sul panorama dei Monti Lepini”.

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