VALLE DEL SACCO – Legambiente smentisce protocollo con Saxa Gres e Comune di Anagni

Le notizie di stampa relative all’inchiesta “Maschera” sugli illeciti nel ciclo dei rifiuti in provincia di Frosinone, delineano uno scenario poco rassicurante con lo scambio di codici di classificazione dei rifiuti e connivenza tra laboratori di analisi e aziende che sembra portare a trarre guadagno in assoluto disprezzo della tutela dell’ambiente e della salute umana. Dato il gran numero di aziende e persone coinvolte e la ingente quantità di denaro sequestrato, sta venendo alla luce dal lavoro degli inquirenti un vero e proprio “sistema” di illeciti emersi dalle tante denunciue dei cittadini. Legambiente continua a porre la massima attenzione su tutto ciò che riguarda il ciclo dei rifiuti e la tutela del territorio della Valle del Sacco come da sempre, attraverso una costante partecipazione ai processi di valutazione degli impatti ambientali per le decine di progetti presentati nel corso degli anni, nella partecipazione al procedimento di perimetrazione del SIN, in tutti i procedimenti dove si costituita parte civile e nelle azioni di volontariato sul territorio. Da questa attenzione non sfuggono i nuovi impianti proposti da Saxa Gres ed Energie Anagni per i quali sono già in corso valutazioni tecniche che verranno poi presentate nelle sedi opportune.

“Smentiamo con determinazione l’esistenza di un protocollo d’intesa tra l’azienda Saxa Gres, il comune e l’associazione, riportata dalla stampa locale, notizia priva di fondamento che non merita ulteriori commenti – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – è vero invece che una delegazione di Legambiente aveva visitato a settembre 2016, lo stabilimento di Via Selciatella ad Anagni, non aveva però poi ricevuto alcuna descrizione dettagliata dell’impianto ne notizie su alcun impianto di Biogas connesso, la cui essenzialità per l’impresa è emersa in maniera inequivocabile solo dopo la pubblicazione del progetto sul sito della Regione, ribadita peraltro durante il coordinamento dei Sindaci dello scorso gennaio”.

I due impianti sembrano ora interdipendenti, poiché senza l’energia elettrica prodotta dalla biodigestione di 90.000 tonnellate annue di organico, non sarebbe vantaggiosa la produzione di mattonelle utilizzando 32.000 tonnellate di ceneri dell’inceneritore di S.Vittore.

“Nuovi impianti porterebbero sicuramente quantità enormi di rifiuti che il comune di Anagni si troverebbe a subire, per non parlare dell’incremento di traffico di veicoli pesanti e dell’ulteriore conseguente peggioramento della qualità dell’aria – concude Scacchi-. Abbiamo chiesto da tempo e ribadiamo con forza la necessità di una moratoria di tutti gli impianti ad elevato impatto ambientale nell’area della perimetrazione del SIN Valle del Sacco, prima della bonifica, a questo territorio devastato sia restituita dignità e ai suoi cittadini la speranza in un futuro migliore”.

Ufficio stampa Legambiente Lazio

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