FONDI – Cartelli… dialettali per indicare i luoghi più antichi della città
Nominare in dialetto gli antichi e caratteristici luoghi di Fondi.
La proposta viene dalla presidente della commissione cultura e turismo Sandra Cima, formulata nel convegno del ‘900 e dialetto fondano
Purtəséjjə, ju Castéjjə, Puzzə Mastrùccə, Sant’Antónə, lə Bənədəttìnə, Vìculə dəlla Pallə, la Portə də ju Veŝchvə… sono solo alcuni luoghi storici o caratteristici della Città di Fondi.
Perché, allora, non indicarli con tanto di cartello nell’originale dicitura dialettale? L’idea è stata proposta dalla presidente della commissione cultura e turismo del Comune di Fondi Sandra Cima, nel corso del convegno tenuto lunedì mattina scorso, 9 ottobre, nella sala del Castello Caetani di Fondi.
L’incontro, al quale hanno partecipato studenti del Liceo Classico “Gobetti” e dell’Istituto Tecnico Economico “de Libero”, e diverse altre persone ha avuto per tema: “La storia, il web e lo smartphone – Il ‘900 ed il dialetto per le nuove generazioni e la nuova popolazione fondana”.
Le tradizioni e la forza espressiva del dialetto e la storia del Novecento fondano sono state, come annunciato, al centro degli interventi del dott. Gino Fiore, della prof.ssa Giulia Eugenia Rita Forte e coordinati dal presidente della Pro Loco Fondi Gaetano Orticelli.
Il vicesindaco e assessore al turismo, cultura e scuola Beniamino Maschietto, nei saluti iniziali, ha auspicato che la ‘memoria’ storica della città venga sempre rinnovata perché appartiene al patrimonio immateriale di Fondi.
E la presidente della commissione cultura e turismo Sandra Cima, nel suo intervento ha quindi proposto che potrebbe essere un buon segnale quello di nominare con cartelli i luoghi storici e caratteristici di Fondi in dialetto.
“Questo permetterebbe – ha spiegato Cima – di conservare la memoria storica della città, rendere vivo il dialetto, favorire l’dentità e tramandarla alle future generazioni e ai nuovi fondani”.
Il poeta e drammaturgo Gino Fiore, prendendo spunto dal suo libro ‘Il teatro dialettale’ che raccoglie ben quattro commedie in vernacolo fondano, ha esposto una dotta lezione di come deve essere scritto il dialetto. “La scrittura – ha affermato Fiore – deve osservare regole di linguistica così come indicate dal professor Aniello Gentile, docente di glottologia alla Università di Napoli nella sua opera ‘Princìpi di trascrizione fonetica’, questo permette a tutti di poter pronunciare correttamente ciò che si legge in dialetto”. Gino Fiore ha anche declamato una sua poesia tratta da una delle sue opere teatrali, nella quale sono inserite tutte le regole per una corretta scrittura del dialetto.
La responsabile dell’Archivio storico della memoria, Giulia Eugenia Rita Forte, ha attirato l’attenzione dei presenti raccontando il ‘900 fondano, secolo fecondo, drammatico e gioioso. E lo ha fatto attraverso slide che mostravano le persone, la vita, il lavoro, gli usi, il lavoro, i monumenti (diversi ormai non più esistenti a causa dei bombardamenti del secondo conflitto mondiale). Impressionante vedere attraverso fotografie storiche, l’espansione urbanistica avvenuta a Fondi in pochi decenni.
L’iniziativa era inserita nel progetto “Fondi – Le Emozioni del Borgo”, ideato dal Comune di Fondi e cofinanziato dalla Regione Lazio e per la cui attuazione collaborano l’Associazione Pro Loco Fondi, i Parchi Monti Ausoni e Monti Aurunci e associazioni cittadine.