SIMBRUINI – Avvistato raro esemplare di coleottero al Parco

Ci sono alcune specie animali che non tutti conoscono. Sono specie molto delicate che hanno bisogno di un ambiente particolare per vivere e riprodursi. Sono i coleotteri saproxilici, insetti le cui larve si sviluppano nel legno degli alberi più antichi e deperienti, nutrendosi del legno morto dei tronchi marcescenti, nascosti anche per anni nel fitto dei boschi, per apparire poi per una breve stagione d’amore durante l’estate.
La loro presenza è un indicatore ecologico del buono stato di conservazione degli ambienti forestali, le cosiddette foreste vetuste. Studiarli non è facile, proprio per la loro elusività, ed è per questo che per monitorarne la presenza l’Ente Parco dei Monti Simbruini ha attivato un piano di campionamento seguendo i protocolli del progetto Life MIPP. Il progetto Life MIPP (Monitoring insects with Public Partecipation) è un progetto finanziato dalla Comunità Europea che si propone due obiettivi: mettere a punto tecniche specifiche per il monitoraggio di specie di insetti inseriti nella Direttiva Habitat, sviluppando dei protocolli sperimentali innovativi e coinvolgere i cittadini nella raccolta di dati faunistici tramite il web, all’interno della cosiddetta Citizen Science.
La Comunità Europea chiede infatti ai suoi stati membri di monitorare lo stato di conservazione di specie e habitat elencati nella Direttiva, cosa che ha reso necessario utilizzare metodi standardizzati di raccolta di dati confrontabili nel tempo e in aree diverse. Nel 2016 l’Ente Parco dei Monti Simbruini ha attivato il monitoraggio standardizzato del coleottero Lucanide Lucanus tetraodon, simile al più noto e conosciuto cervo volante (Lucanus cervus) e della Rosalia alpina, un coleottero dalle lunghe antenne della famiglia dei Cerambicidi, azzurro e nero, tipico delle faggete. Nel 2017 è stato attivato dai guardiaparco del Servizio Sorveglianza dell’Ente anche il monitoraggio dell’Osmoderma eremita, un coleottero che trascorre fino a cinque anni allo stadio larvale mentre gli adulti sfarfallano in piena estate. Con grande sorpresa degli operatori la specie, mai rilevata prima nel territorio del Parco dei Monti Simbruini, è stata trovata presente e con un numero di catture sorprendentemente elevato, probabilmente indice di una popolazione numerosa o quantomeno prospera, nei boschi dell’area protetta più grande del Lazio, che in questo modo può vantare la presenza di un’altra specie di alto valore conservazionistico. Si tratta di un grosso Coleottero della famiglia dei Cetonidi, le cui larve scavano lunghe gallerie nel legno morto. Sia le larve che gli adulti emanano un insolito odore di frutta, simile alla pesca o alla prugna matura, utilizzato per il riconoscimento intraspecifico ai fini della riproduzione. Utilizzando come esca un ormone sintetico che riproduce l’odore tipico della specie, sono state utilizzate speciali trappole a caduta disposte dai guardiaparco in un’area campione. I coleotteri attirati dall’odore sono stati catturati e marcati, per essere poi rilasciati nel loro ambiente naturale senza provocar loro alcun danno. La presenza di specie così particolari rende ancora più pressante la necessità di conservare gli ambienti forestali nella loro integrità, ponendo l’accento sulla necessità di preservare dal taglio i cosiddetti alberi morti che costituiscono invece, a dispetto del nome, dei pilastri fondamentali per la conservazione della biodiversità della fauna dell’area protetta.

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