AVERSA – Finti operatori finanziari e finti investimenti, truffati in 50
Promettevano lauti guadagni a chi, per il loro tramite di falsi operatori finanziari, avesse destinato i propri soldi ad investimenti evidentemente prospettati come assai fruttuosi. La realtร , invece, ci riferisce di una maxi-truffa da 3 milioni di euro, ordita da due cognati di Aversa e scoperta dalla Guardia di Finanza che, nei giorni scorsi, ha disposto un provvedimento di sequestro per equivalente ‘attaccando’ i conti correnti bancari sui quali confluiva il denaro, utilizzato per fini esclusivamente personali. Un sistema fraudolento che, partito nel 2009, ha conosciuto un brusco stop nel 2012, quando alcune delle vittime del raggiro, in totale una cinquantina, alle quali nonostante le richieste non veniva rimborsato il capitale speso, hanno proceduto ad avanzare una istanza di fallimento che il Tribunale di Napoli Nord, nel dicembre di quell’anno, ha sentenziato quale effettiva. Il principale indagato, dei due, a quel punto provvedeva a far sparire ogni documento attestante riferimenti patrimoniali. La ricostruzione operata dai militari ha portato allo scoperto situazioni particolari come, ad esempio, quella di una donna casertana che ha affidato ai truffatori la somma di 80.000 euro, esattamente quanto ricevuto a titolo di risarcimento dallo Stato per la morte del padre, ucciso dalla camorra. O la fattispecie della simulata vendita di un immobile di prestigio, solo fittiziamente trasferito alla somma di 900.000 euro, da uno degli indagati ai figli che, dopo aver formalmente accreditato parte del pagamento sui conti correnti del padre, se lo sono visto trasferire di nuovo sui propri, a titolo di storno. Il resto, devoluto tramite assegni, non veniva invece incassato.