LATINA – Erosione costiera, Pernarella: Un’importante inversione di tendenza dopo gli ultimi interventi

“Il recente protocollo d’intesa tra Regione, Parco del Circeo e Comuni di Latina e Sabaudia, che l’Ente regionale intende estendere quanto prima ai comuni costieri laziali, e che tra l’altro prevede il riutilizzo delle sabbie ottenute dal dragaggio, a mio modo di vedere è il segnale tangibile di un’inversione di tendenza che continuerò a stimolare. E che nei prossimi anni, oltre a poter dare il via a nuove e sostenibili attività economiche, auspico saprà ridare dignità a tutto il nostro litorale”. Ad affermarlo è Gaia Pernarella, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Lazio, intervenuta nei giorni scorsi presso il Polo di Latina dell’Università La Sapienza al seminario “Preservare i sistemi naturali di difesa idraulica della costa”.

“Nel corso del mio intervento – spiega la Pernarella -, atti alla mano e grazie agli anni di attività ispettiva e legislativa come Consigliere regionale, ho ribadito le fallimentari politiche condotte dalla governance regionale su un territorio complesso e fragile quale è quello laziale, e in particolare pontino, ma allo stesso tempo ricco di pregio ambientale e naturalistico. E ancora – aggiunge -, come è necessario un maggiore dialogo tra chi porta avanti il difficile lavoro di ricerca e studio e chi deve attuare politiche indirizzate al progresso. Allo stesso tempo non ho potuto fare a meno di sottolineare come ancora oggi la legge regionale, la 53/98, dedica al tema dell’erosione costiera un capitolo fin troppo marginale, significativo di una sensibilità non ancora sviluppata negli anni ‘90. A riprova gli interventi condotti negli ultimi venti anni, dal nord al sud della regione, che poco hanno tenuto conto delle specifiche caratteristiche dei luoghi, spesso limitandosi semplicemente a spostare il problema, senza mai tendere a risolverlo e a tenere nella giusta considerazione le attività antropiche sulla costa. Inoltre, proprio a causa dell’attuale impianto legislativo – conclude la Consigliera 5 Stelle -, lasciando ai Comuni ogni azione economica di manutenzione, solo da due anni e grazie a un emendamento del Movimento 5 Stelle, supportati dalla Regione dal punto di vista tecnico amministrativo, ma non economico, quest’ultimo un evidente fattore di aggravio per la buona riuscita delle opere messe in campo”.

“La situazione che si sta venendo a creare nel Comune di Frosinone, con gli ottanta dipendenti che andranno in pensione con la quota cento e che non potranno essere sostituiti a causa delle difficoltà economiche in cui versa l’Ente, è uno dei motivi per i quali Unindustria sta portando avanti il progetto dell’Unione dei Comuni. Grazie a questa, infatti, tra i vantaggi economici per gli Enti locali nei primi cinque anni dalla fusione non si applicano i vincoli di legge per l’assunzione di personale mediate contratti a tempo determinato e c’è inoltre la possibilità di assumere personale a tempo indeterminato nel limite del cento per cento della spesa relativa al personale di ruolo cessato dal servizio nell’anno precedente”.
Ad intervenire è il Presidente di Unindustria Frosinone Giovanni Turriziani, in seguito alla notizia di ottanta pensionamenti previsti nel Comune di Frosinone e per i quali non c’è possibilità di sostituzione, alla luce del piano di risanamento del bilancio al quale il Capoluogo è sottoposto.
“Comprendiamo perfettamente, da una parte le difficoltà dei Sindaci che in un’ottica di risanamento dei conti pubblici sono costretti a non procedere a nuove assunzioni di personale, così come comprendiamo la posizione delle organizzazioni sindacali e dei dipendenti, che si trovano a dover supplire alla carenza di organico che si verrà a creare. E’ proprio per questo motivo che con il progetto “Unione dei Comuni per un nuovo Capoluogo” abbiamo voluto sottolineare come l’intercomunalità potrebbe portare, tra le altre cose, dei miglioramenti nell’erogazione dei servizi che potranno essere condivisi, permettendo lo sfruttamento di economie di scala con conseguente riduzione dei costi e specializzazione del personale. Affinché lo studio possa passare alla fase attuativa, sarebbe auspicabile – conclude Turriziani – che ogni singolo Comune manifestasse il proprio interesse di adesione al progetto, cosa che ad oggi non è ancora avvenuta”.

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