REGIONE – Campagna Amica: agriturismi pieni a Pasqua e Pasquetta
Boom di prenotazioni negli agriturismi dove secondo le stime di Campagna Amica Terranostra Lazio saranno oltre 300 mila le presenze registrate nei giorni di Pasqua e Pasquetta. Date nelle quali la maggior parte delle strutture registra il tutto esaurito con il 40% in più rispetto allo scorso anno. Turismo che supera i livelli pre Covid. A favorire un numero così alto di accessi, la voglia di stare all’aria aperta alla ricerca del buon cibo. Un’offerta che traina anche i piccoli borghi con meno di cinquemila abitanti dove nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, una ricchezza conservata nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche.
“La scelta della campagna come meta – spiega la responsabile di Terranostra Lazio, Cristina Scappaticci – è una tendenza favorita anche dal calendario di una “Pasqua alta” in primavera con il risveglio della natura che riguarda piante, fiori e uccelli migratori, temperature superiori alla media dopo un inverno “bollente”, ma anche le attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni e di semina”.
Sulla base delle indicazioni di Campagna Amica a far scegliere una delle 1200 aziende agrituristiche del Lazio è anche la spinta verso un turismo tutto Made in Italy di prossimità, “sostenibile” in termini di costi, distanze e rispetto del proprio benessere. Un trend che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.
“Nella nostra regione le strutture agrituristiche rispondono a numerose esigenze – aggiunge Scappaticci – le previsioni per Pasqua e Pasquetta ci fanno guardare al futuro con fiducia, nonostante le difficoltà che il nostro settore ha dovuto affrontare in questi anni di pandemia, nei quali non ci siamo mai arresi. I nostri agriturismi ormai non attirano più solo gli amanti della buona cucina, ma anche escursionisti, nostalgici delle tradizioni, naturalisti e sportivi. Non solo, qui trovano spazio anche le attività dedicate ai bambini.
Sono 110 gli agriturismi del Lazio in cui sono presenti le fattorie didattiche per i più piccini, con tante attività e laboratori dedicati a loro e 278, invece gli agriturismi che si occupano della prima lavorazione di prodotti di agricoltura, mentre sono 307 quelle che curano la trasformazioni di prodotti vegetali e 328 quelle di prodotti animali, ma c’è spazio anche all’artigianato. Strutture inserite in contesti meravigliosi sia nelle vicinanze dei piccoli borghi, con attrazioni storico culturali, sia immersi nel verde.
Quasi un italiano su 1 quattro (24%) ha scelto di mettersi in viaggio nel weekend di Pasqua per raggiungere parenti e amici, andare in vacanza o semplicemente fare una gita in giornata. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixe’ che evidenzia la voglia di evasione degli italiani nonostante il ritorno improvviso del freddo e le preoccupazioni per la guerra in Ucraina.
L’uscita dalla crisi della ristorazione è importante anche per l’intera filiera agroalimentare, con i consumi fuori casa che rappresentano 1/3 della spesa degli italiani, secondo Coldiretti. “La riduzione dell’attività aveva pesato – prosegue Scappaticci – infatti sulla vendita di molti prodotti, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano in ristoranti e bar un importante mercato di sbocco”.
In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato ma ad essere stati più colpiti sono stati i prodotti di alta gamma dal vino ai salumi, dai formaggi fino ai tartufi.
La ristorazione rappresenta una componente importante di una filiera agroalimentare che nel Lazio conta circa 50 mila imprese e offre lavoro ad oltre 70 mila persone, di cui il 66% nel settore delle coltivazioni agricole e nella produzione di prodotti animali e servizi connessi, mentre il 29% nel lavoro industriale alimentare e delle bevande. Nella nostra regione il sistema agroalimentare rappresenta il 3% della ricchezza dell’intera economia regionale e contribuisce, con 6,3 miliardi di fatturato annui al 6% dell’Agrifood nazionale.